Dio esiste? L'uomo e l'idea di dio - L'evoluzionismo causale - 28 Ep. di Filosofia - FilosofandoClicca sul VIDEODio esiste, Dio non esiste: che importanza ha?
Vi siete mai chiesti se l'uomo esiste? Dio creò l'uomo a sua immagine... eh È bello: io a immagine di Dio. Ma chi l'ha scritta questa frase nella Torah? L'uomo. Non Dio, l'uomo. L'ha scritta … senza modestia, paragonandosi a Dio. Dio forse ha creato l'uomo, ma l'uomo, ah l'uomo, il figlio di Dio, ha creato Dio … solo per inventare se stesso... L'uomo ha scritto la Bibbia per paura di essere dimenticato, infischiandosene di Dio... Noi non amiamo e non preghiamo Dio, ma lo supplichiamo. Lo supplichiamo perché ci aiuti a tirare avanti: cosa ci importa di Dio per come è? Ci preoccupiamo solo di noi stessi. Allora la questione non è solo sapere se Dio esiste, ma se noi … esistiamo. (Train de vie, Monologo del pazzo). Struttura dell'argomentazione 00:00 Train de vie - Un treno per vivere (Monologo del Pazzo) - Un film di Radu Mihaileanu (1998) 01:24 Introduzione (la domanda) 03:00 Evoluzionismo causale (introduzione della teoria) 04:46 il TUTTO esistente 07:20 la TRASFORMAZIONE 08:38 le CONDIZIONI GENERALI 16:46 la questione di DIO Cit. Paul Henri Thiry d'Holbach "Il buon senso" (1772) L'evoluzionismo causale - "Scritti privati" di Massimiliano Sanfedino (2004) Filosofi di riferimento nel video: Spinoza, Aristotele, Thiry d'Holbach, Camus, Sartre, Heidegger, Feuerbach, Tylor (antropologo), Nietzsche, Hume, Tommaso d'Aquino, Anselmo d'Aosta, Hegel, Severino, Cartesio, Kant. Dedicato a Margherita Hack. Massimiliano Sanfedino Lo STORYTELLING: l'atto di narrare.C'è una storia molto strana che non viene mai raccontata, ossia che l'universo è buio, non c'è luce. Tutto è maestosamente buio, silenzioso, perché?
Il cosmo si accende quando appare l'uomo. Tutto si illumina grazie ai nostri occhi. Osserviamo il mondo circostante da vari punti di vista, dando un senso alle cose, dando un senso alla nostra esistenza. Così, senza accorgerci, raccontiamo delle storie, le nostre storie. Raccontiamo attraverso le nostre azioni, attraverso i social, poiché la vita è fatta di storie. Abbiamo bisogno di raccontare storie. (VEDI VIDEO) Lo storytelling è l'atto del narrare, una disciplina che usa i principi della retorica e della narratologia. Il termine storytelling si riferisce ai vari tipi di opere di narrativa, sia opere audiovisive e sia opere letterarie. Infatti, lo storytelling è un'arte, uno strumento per ritrarre eventi reali o fittizi attraverso parole, immagini, suoni. È uno strumento naturale attraverso il quale può avvenire una forma di comunicazione efficace: coinvolge contenuti, emozioni, intenzionalità e i contesti. La storia raccontata ha una connotazione emotiva e internazionale perché coinvolge delle persone e cerchiamo spontaneamente di dare un significato di ogni atto che vi viene descritto. È inoltre attività collaborativa: c'è un narratore e un ascoltatore, infatti il cervello umano comprende con più facilità delle storie narrate che processi logico-matematici. Raccontare storie è il miglior modo per "trasferire" conoscenza ed esperienza. L'arte della persuasione. Massimiliano Sanfedino Claudio Simonetti's Goblin - Freddy Delirio - Bluedawn - at Crazy Bull Cafè - Foto Report - 22/02/2020.Photo by Francky Fin Foti.
Claudio Simonetti's Goblin - Freddy Delirio - BluedawnClicca sul VIDEOMusica - Visions of Atlantis at Dagda Live Club - Foto Report - Wanderers tour 2020 - 15/02/202016/2/2020 Visions of Atlantis at Dagda Live Club - Foto Report - Wanderers tour 2020 - Chaos Magic di Caterina Nix Official e dai Morlas Memoria - 15/02/2020.Photo by Francky Fin Foti.
Visions of AtlantisChaos Magic - Caterina NixMorlas MemoriaFemale Metal Voices at Dagda Live Club: Leaves' Eyes - Sirenia - Forever Still - Lost in Grey - Asphodelia - Foto Report - 15/12/2019.Photo by Massimiliano Sanfedino.
Leaves' EyesSireniaForever StillLost in GreyAsphodeliaBreaking Sound Metal Fest - V edizione (Foto Report): |
Sabato 24 agosto 2019, l'Associazione culturale BREAKING SOUND, in collaborazione con il SALENTO FUN PARK, ha dato vita al Breaking Sound Metal Fest. presso il Pattinodromo Comunale di Mesagne (BR). L'evento, giunto alla V edizione, è da considerarsi ormai un appuntamento imperdibile del Metal in Puglia. La location, ben organizzata nei dettagli, era fornita di aree "relax", di stand dedicati e di Beer and Food. Quest'anno ad incendiare il palco del Breaking Sound Metal Fest sono stati i polacchi VADER, un gruppo death metal fondato nel 1983. Oltre ai VADER, hanno calcato il palco le seguenti band: FORGOTTEN TOMB - DOOMRAISER - SUDDEN DEATH - VAJASS - The CLIPS Complimenti ancora una volta all'associazione BREAKING SOUND! Massimiliano Sanfedino |
VADER
FORGOTTEN TOMB
DOOMRAISER
SUDDEN DEATH
VAJASS
The CLIPS
L'EVENTO ... V Breaking Sound Metal Fest
VEDI ANCHE: Breaking Sound Metal Fest (IV edizione) - clicca sulla foto
ELEGY OF MADNESS - Foto Report - Blacksmith pub - 28/07/2019
Il 28 luglio, presso il Blacksmith pub di Crispiano (TA), hanno calcato il palco gli ELEGY OF MADNESS. Abbiamo già avuto il piacere di ammirare la strepitosa band (Symphonic Metal) in occasione del South's Cheyenne - Manduria (Taranto) nel 2017 e del METAL QUEEN'S BURNING NIGHT FESTIVAL nel 2018 (clicca per aprire gli articoli).
Durante il live gli Elegy of Madness hanno annunciato che il loro nuovo album sarà "pubblicato nel 2020" (cit. Anja).
In apertura si sono esibiti gli EraVian (groove/modern metal).
Durante il live gli Elegy of Madness hanno annunciato che il loro nuovo album sarà "pubblicato nel 2020" (cit. Anja).
In apertura si sono esibiti gli EraVian (groove/modern metal).
ELEGY OF MADNESS https://www.elegyofmadness.com | Elegy of Madness - Lunacy - 06/08/2017 - Manduria (TA) - SOUTH'S CHEYENNE live |
ERAVIAN
FREEDOM CALL - HIGHLORD - Foto Report - Padiglione 14 (Collegno - TO) - 22/06/2019
Photo by Massimiliano Sanfedino. (Huawei P8)
Un Happy Metal Party ben riuscito, ieri 22 giugno presso il Padiglione 14 di Collegno (TO). Hanno calcato il palco i Freedom Call (gruppo metal tedesco formatosi nel 1998) e i nostrani Highlord (gruppo power metal).
FREEDOM CALL
HIGHLORD
VEDI ANCHE - HIGHLORD Live Roprt PADIGLIONE 14 (24/03/2018)
Musica - W:O:A Metal Battle Italy 2019 - semifinale 2 - Foto Report - Dagda Live Club - 18/05/2019
19/5/2019
W:O:A Metal Battle Italy 2019 - semifinale 2 - BROTHERS OF NO ONE - MEMBRANCE - MOSQUITOES - THE EFFICIENT MACHINE
Photo by Massimiliano Sanfedino.
Il W:O:A METAL BATTLE è il concorso per band Heavy Metal più prestigioso del mondo. Organizzato in stretta collaborazione con il più importante festival di musica metal esistente, ovvero il WACKEN OPEN AIR che si tiene ogni anno in Germania, nei pressi di Amburgo. Le fasi preliminari del concorso si tengono in oltre 30 nazioni sparse in tutto il mondo, inclusa l'Italia. Ci sarà quindi la possibilità per la band vincitrice italiana, di partecipare alla finale internazionale su uno dei palchi del celeberrimo suddetto evento in Germania! Tutti gli eventi del Metal Battle sono organizzati dall'Associazione Culturale ForMusic in collaborazione con Truck Me Hard. Il 18 maggio 2019, sul palco del DAGDA LIVE CLUB di RETORBIDO in provincia di PAVIA, si sono esibiti (in ordine) THE EFFICIENT MACHINE - MOSQUITOES - MEMBRANCE - BROTHERS OF NO ONE. La giuria era composta da: Carlos Cantatore (Materdea) - Ivan Giannini (Vision Divine - Derdian) - Cristian Rossi - Massimiliano Sanfedino (Music Hard) L'altra semifinale si è svolta il 17 maggio 2019 presso il CRAZY BULL di GENOVA. Un affettuoso ringraziamento ad Angela DAGDA e a tutto il suo staff. Massimiliano Sanfedino | La giuria con la mitica ANGELA DAGDA |
BROTHERS OF NO ONE
MEMBRANCE
MOSQUITOES
THE EFFICIENT MACHINE
GIURIA: Carlos Cantatore (Materdea) - Ivan Giannini (Vision Divine - Derdian) - Cristian Rossi - Massimiliano Sanfedino (Music Hard)
MATERDEA - Live Report (Foto) - 06/04/2019 - Mephisto (AL).
Photo by Massimiliano Sanfedino.
I MaterDea, con alla batteria il mitico Carlos Cantatore (ex Annihilator nel 2010), li abbiamo ammirati ieri al Mephisto di Alessandria: uno spettacolo unico e coinvolgente. I MaterDea (Vita, Natura e Armonia), portati in vita da Marco Strega & Simon Papa nel 2008, uniscono alle sonorità metal le tematiche della cultura pagana e celtica, con un forte richiamo al genere sinfonico e folk. PYANETA è il loro ultimo album, pubblicato nel 2018. MATERDEA - One Thousand and One Nights |
GEOFF TATE’S OPERATION: MINDCRIME - LionSoul - 17 Crash - Live Report (Foto) - 23/02/2019 - Mephisto (AL).
Photo by Massimiliano Sanfedino.
Dopo l’enorme successo di Genova, il 23 febbraio Geoff Tate ha calcato il palco del Mephisto APS rendendo omaggio ai brani che lo hanno elevato a uno dei più abili e versatili cantanti del panorama hard & heavy. Geoff Tate durante l'esibizione, con alla batteria il mitico Felix Bohnke (drummer of Edguy and Avantasia), ha ripercorso i brani dell'album Operation: Mindcrime dei Queensrÿche. Un evento ben organizzato da Truck Me Hard, agenzia fondata nel 2015. I LionSoul li abbiamo già ammirati il 06 ottobre 2018, proprio al Mephisto (AL), in occasione del live dei Temperance. In apertura hanno calcato il palco i 17 Crash. Massimiliano Sanfedino |
GEOFF TATE'S
LIONSOUL
17 CRASH
Mephisto APS
Horror Night: DEATHLESS LEGACY - 0Kill's - Live Report (Foto) - 26/01/2019 - Mephisto (AL).
Photo by Massimiliano Sanfedino.
Il 26 gennaio al Mephisto una speciale horror night con due band italiane di grande impatto scenico: Deathless Legacy e 0Kill's ! I toscani Deathless Legacy li abbiamo già ammirati il 17 febbraio 2018 presso il Padiglione 14 di Collegno (TO). Una band con alle spalle dischi e tantissimi concerti live dove propongono il loro spettacolo horror con atmosfere occulte d'impatto visivo, costumi e scenografie variopinte, combinate alla voce della frontwoman Steva Deathless. Parliamo di un heavy metal teatrale ispirato da band quali King Diamond, Ghost, The Vision Bleak, Death SS. Gli 0Kill's, in apertura, sono una band gothic rock'n'roll, da poco in scena con il loro debut album, formata da ex e attuali membri della più storica e amata band italiana del genere: i Death SS. Formazione Deathless Legacy Steva Deathless (Eleonora Vaiana) - voce Frater Orion (Andrea Falaschi) - batteria Sgt. Bones (Gianni Capecchi) - chitarra, backing vocals Alex Van Eden (Alessio Lucatti) - tastiere, backing vocals C-AG1318, The Cyborg (Michael Cavallini) - basso, vocals Anfitrite (Valentina Baccelli) - performances Massimiliano Sanfedino | DEATHLESS LEGACY - Join The Sabbath |
DEATHLESS LEGACY
0Kill's
VEDI ANCHE: Metal Queen's Burning Night Festival 2018 5th edition - Foto Report 25/05/2018
D.J. set - Francky Fin Foti (dopo il Live)
FACCE da MEPHISTO
PINO SCOTTO - MadHouse - Live Report (Foto) - 29/12/2018 - Mephisto (AL).
Photo by Massimiliano Sanfedino.
Pino Scotto, icona del rock nostrano, il 29 dicembre 2018 si è esibito sul palco del Mephisto, ad Alessandria, con uno show unico, presentando la sua ultima fatica Eye for an Eye. Pino Scotto lo abbiamo già ammirato il 04/08/2017, presso lo stadio comunale di Manduria (TA), in occasione del South's Cheyenne. Molti ricorderanno Pino Scotto frontman dei Vanadium, realizzando ben otto grandi album, o di quel lontano 12 Settembre 1992 (26 anni fa), al Monsters Of Rock di Reggio Emilia: un concerto storico dove hanno "incendiato" il palco gli Iron Maiden, i Black Sabbath, i Megadeth, i Testament, gli Warrant e i Pantera. Pino Scotto, senza dubbio, è il simbolo del rock/heavy nazionale: carismatico, grintoso, dotato di una voce profonda e graffiante. Rappresenta il rocker più importante della scena italiana grazie alla sua carriera che ebbe inizio al termine degli anni '70, quando incise il suo primo 45 giri con i Pulsar. In apertura hanno calcato il palco i MadHouse, talentuosa rock band di Pavia, capitanata dalla carismatica cantante Federica Tringali. Massimiliano Sanfedino |
PINO SCOTTO
MadHouse
VEDI ANCHE: PINO SCOTTO - 04/08/2017 - Manduria (TA) - South's Cheyenne - Pino Scotto - Lacuna Coil
Pino Scotto - Easy way to love (Vanadium) | Pino Scotto - Streets of danger (Vanadium) |
D.J. set - Francky Fin Foti (dopo il Live)
SLAYER: l'ultimo tour della loro carriera! Special guest: Lamb Of God, Anthrax e Obituary.
Mediolanum Forum di Milano.
Vorrei iniziare con quel "mi mancherete" di Tom Araya che, visibilmente commosso, a fine esibizione è stato sul palco a fissare i fan per minuti. Questo spiega l'entusiasmo ricevuto durante il live: davvero emozionante!
Nell'attesa dell'apertura dei cancelli, si è respirata un'atmosfera di festa: un grande raduno, un concerto che difficilmente verrà dimenticato. Parliamo degli SLAYER (thrash metal formatosi a Los Angeles nel 1981) che il 20 novembre, presso il Mediolanum Forum di Assago (Milano), hanno salutato i loro fan italiani. La band statunitense che ha ispirato migliaia di artisti, dopo quasi 40 anni di carriera, ci ha regalato, dinanzi ad un "tutto esaurito" d’altri tempi, uno show epico di addio. L’unica data italiana del The Final World Tour ha visto sul palco, in ordine di esibizione, Obituary, Anthrax, Lamb Of God e Slayer (senza dimenticare che il tour proseguirà per tutto il 2019). Dopo l'ingresso, tra un giro per il merch (carissimo) e qualche birra, si sono abbassate le luci con gli Obituary (trenta e più anni di storia del death metal da raccontare in pochi minuti) ed è stato subito "heabanging": davvero eccezionali!
A seguire gli Anthrax, in formissima nonostante il loro thrash metal più “easy”, sono partiti serratissimi con Caught in a Mosh (with Pantera Cowboys from Hell intro) da infarto, passando per Got the Time, Be All, End All, Fight’Em 'Til You Can’t, Antisocial, Indians (tra le mie preferite - vedi video).
I Lamb Of God, diversamente, hanno leggermente spiazzato il pubblico, me compreso. Seppur la setlist è stata ricca di riff pazzeschi, con un frontman scatenato, sembra manchi ancora qualcosa per renderli immortali.
Finalmente tocca ai re indiscussi della serata: gli Slayer!
I quattro americani hanno iniziato sin da subito a picchiare forte, riff dopo riff, senza sosta, senza respiro. Hanno voluto fare le cose in grande con una scenografia pazzesca, tra fiamme ed enormi aquile in acciaio ai lati del palco, e un’ottima produzione sonora. Gli assoli di King e Holt, la potenza di Paul Bostaph e le urla di Araya hanno reso un live perfetto come doveva essere vissuto. I loro classici sono stati tutti in scaletta. La tensione è salita quando, sotto le note di War Ensembletra, le fiamme hanno sfiorato il tetto del Mediolanum di Assago, trasformando il Forum in un inferno in terra. Senza sosta, arriviamo all’immortale Postmortem, per poi passare a Season in The Abyss, Dead Skin Mask e la luciferina Hell Awaits. La sensazione è stata di sfiorare la storia, di partecipare a qualcosa di memorabile, poiché gli Slayer hanno impacchettato un finale apocalittico: South Of Heaven, Raining Blood, Chemical Warfare e Angel Of Death. A dir poco emozionante dopo che sull’ultimo telone è comparsa la scritta “Still reingning”, in ricordo del mito assoluto Jeff Hanneman. Un concerto che i presenti, me compreso, ricorderanno per tutta la vita.
Slayer forever!
Francky Fin Foti
Nell'attesa dell'apertura dei cancelli, si è respirata un'atmosfera di festa: un grande raduno, un concerto che difficilmente verrà dimenticato. Parliamo degli SLAYER (thrash metal formatosi a Los Angeles nel 1981) che il 20 novembre, presso il Mediolanum Forum di Assago (Milano), hanno salutato i loro fan italiani. La band statunitense che ha ispirato migliaia di artisti, dopo quasi 40 anni di carriera, ci ha regalato, dinanzi ad un "tutto esaurito" d’altri tempi, uno show epico di addio. L’unica data italiana del The Final World Tour ha visto sul palco, in ordine di esibizione, Obituary, Anthrax, Lamb Of God e Slayer (senza dimenticare che il tour proseguirà per tutto il 2019). Dopo l'ingresso, tra un giro per il merch (carissimo) e qualche birra, si sono abbassate le luci con gli Obituary (trenta e più anni di storia del death metal da raccontare in pochi minuti) ed è stato subito "heabanging": davvero eccezionali!
A seguire gli Anthrax, in formissima nonostante il loro thrash metal più “easy”, sono partiti serratissimi con Caught in a Mosh (with Pantera Cowboys from Hell intro) da infarto, passando per Got the Time, Be All, End All, Fight’Em 'Til You Can’t, Antisocial, Indians (tra le mie preferite - vedi video).
I Lamb Of God, diversamente, hanno leggermente spiazzato il pubblico, me compreso. Seppur la setlist è stata ricca di riff pazzeschi, con un frontman scatenato, sembra manchi ancora qualcosa per renderli immortali.
Finalmente tocca ai re indiscussi della serata: gli Slayer!
I quattro americani hanno iniziato sin da subito a picchiare forte, riff dopo riff, senza sosta, senza respiro. Hanno voluto fare le cose in grande con una scenografia pazzesca, tra fiamme ed enormi aquile in acciaio ai lati del palco, e un’ottima produzione sonora. Gli assoli di King e Holt, la potenza di Paul Bostaph e le urla di Araya hanno reso un live perfetto come doveva essere vissuto. I loro classici sono stati tutti in scaletta. La tensione è salita quando, sotto le note di War Ensembletra, le fiamme hanno sfiorato il tetto del Mediolanum di Assago, trasformando il Forum in un inferno in terra. Senza sosta, arriviamo all’immortale Postmortem, per poi passare a Season in The Abyss, Dead Skin Mask e la luciferina Hell Awaits. La sensazione è stata di sfiorare la storia, di partecipare a qualcosa di memorabile, poiché gli Slayer hanno impacchettato un finale apocalittico: South Of Heaven, Raining Blood, Chemical Warfare e Angel Of Death. A dir poco emozionante dopo che sull’ultimo telone è comparsa la scritta “Still reingning”, in ricordo del mito assoluto Jeff Hanneman. Un concerto che i presenti, me compreso, ricorderanno per tutta la vita.
Slayer forever!
Francky Fin Foti
Photo by Francky Fin Foti.
SLAYER
Slayer (setlist)
Repentless, Blood Red, Disciple, Mandatory Suicide, Hate Worldwide, War Ensemble, Jihad, When the Stillness Comes, Postmortem, Black Magic, Payback, Seasons in the Abyss, Dittohead, Dead Skin Mask, Hell Awaits, South of Heaven, Raining Blood, Chemical Warfare, Angel of Death.
Repentless, Blood Red, Disciple, Mandatory Suicide, Hate Worldwide, War Ensemble, Jihad, When the Stillness Comes, Postmortem, Black Magic, Payback, Seasons in the Abyss, Dittohead, Dead Skin Mask, Hell Awaits, South of Heaven, Raining Blood, Chemical Warfare, Angel of Death.
Lamb Of God, Anthrax e Obituary
Lamb of God (setlist)
Omerta, Ruin, Walk With Me In Hell, Now You’ve Got Something To Die For, 512, Engage the Fear Machine, Blacken The Cursed Sun, Laid To Rest, Redneck.
Anthrax (setlist)
Cowboys From Hell snippet (Pantera cover), Caught in a Mosh, Got the Time (Joe Jackson cover), Efilnikufesin (N.F.L.), Be All, End All, Fight ‘Em ‘Til You Can’t, Antisocial (Trust cover), Indians, Cowboys From Hell snippet (Pantera cover).
Obituary (setlist)
Deadly Intentions, Chopped in Half / Turned Inside Out, Find the Arise, I’m in Pain, Slowly We Rot.
Omerta, Ruin, Walk With Me In Hell, Now You’ve Got Something To Die For, 512, Engage the Fear Machine, Blacken The Cursed Sun, Laid To Rest, Redneck.
Anthrax (setlist)
Cowboys From Hell snippet (Pantera cover), Caught in a Mosh, Got the Time (Joe Jackson cover), Efilnikufesin (N.F.L.), Be All, End All, Fight ‘Em ‘Til You Can’t, Antisocial (Trust cover), Indians, Cowboys From Hell snippet (Pantera cover).
Obituary (setlist)
Deadly Intentions, Chopped in Half / Turned Inside Out, Find the Arise, I’m in Pain, Slowly We Rot.
SECRET SPHERE - Live Report - 27/10/2018 - Mephisto (AL).
Photo by Massimiliano Sanfedino.
I Secret Sphere il 27 ottobre 2018, dopo il grande successo presso il teatro di Valenza, sono tornati ad Alessandria con un concerto esclusivo ed imperdibile, calcando il palco del Mephisto.
La band italiana power/prog metal (capitanata da Aldo Lonobile), con alla voce il sontuoso Michele Luppi (tastierista dei Whitesnake), si è formata nel 1997 nella provincia di Alessandria e vanta ben otto album in attivo. Lo show si è arricchito della presenza dell'ex cantante Roberto Ramon Messina, Paco (Paolo) Gianotti (ex chitarra) e Luca Cartasegna (ex batteria).
Formazione Attuale
Michele Luppi - Voce
Aldo Lonobile - Chitarra
Gabriele Ciaccia - Tastiere
Andrea Buratto - Basso
Marco Lazzarini - Batteria
La band italiana power/prog metal (capitanata da Aldo Lonobile), con alla voce il sontuoso Michele Luppi (tastierista dei Whitesnake), si è formata nel 1997 nella provincia di Alessandria e vanta ben otto album in attivo. Lo show si è arricchito della presenza dell'ex cantante Roberto Ramon Messina, Paco (Paolo) Gianotti (ex chitarra) e Luca Cartasegna (ex batteria).
Formazione Attuale
Michele Luppi - Voce
Aldo Lonobile - Chitarra
Gabriele Ciaccia - Tastiere
Andrea Buratto - Basso
Marco Lazzarini - Batteria
SECRET SPHERE - LIE TO ME (Live)
D.J. set - Francky Fin Foti (dopo il Live)
TEMPERANCE - LIONSOUL - KANTICA - Foto Report - 06/10/2018 - Mephisto (AL).
TEMPERANCE
Photo by Massimiliano Sanfedino
I Temperance tornano ad esibirsi al Mephisto (nella nuova sede di Alessandria) con il loro album OF JUPITER AND MOONS, dopo aver calcato oltre 50 palchi negli ultimi mesi. Di supporto al quintetto si sono esibiti i LionSoul, forti del loro album Welcome Storm, e i Kantica con il loro album Reborn In Aesthetics.
VEDI ANCHE ...
Live report - 27/04/2018: Release Party "Of Jupiter And Moons" - 27 aprile 2018 - Officine Sonore | TEMPERANCE - Intro - The Last Hope In A World Of Hopes (LIVE) 27/04/2018 | Recensione - TEMPERANCE - Of Jupiter and Moons del 28/5/2018 - ANGOLO DI MOMMY a cura di Monica Atzai |
LIONSOUL
Photo by Massimiliano Sanfedino
KANTICA
Photo by Francky Fin Foti
D.J. set - Francky Fin Foti (dopo il Live)
Batushka - Darkend - 20 settembre 2018 - Dagda Live Club - Live Report a cura di Francky Fin Foti.
Photo by Francky Fin Foti.
Grande attesa al Dagda live club per la band polacca Batushka (padrone e/o prete della chiesa in lingua slava), rivelazione in ambito black-metal. Con il loro album “Litourgiya” (etichetta - Witching Hour Productions) hanno travolto la scena black-metal mondiale, diventando, in breve tempo, dei capisaldi del genere. Aperte le porte al pubblico, ci si avvicina al palco per attendere i nostrani DarkEnd (Extreme Ritual Art - symphonic black-metal), band che vanta tour europei di supporto ai grandi nomi del genere. La band, dinanzi ad un Dagda gremito, ha proposto un black erede dei primi Dimmu Borgir, con un tocco di occulto e mistero. Animæ, frontman della band, è devastante, circondato dai sui ottimi musicisti. Terminata l’esibizione della band italiana, birra e sigaretta in attesa dei Batushka, mentre si allestisce il palco. Finalmente è la volta dei polacchi, grande scenografia, si emanano fumi ed incensi tra i candelabri. Parte una lunga intro: una vera e propria liturgia (come appunto il titolo del loro album). Il pubblico è in fermento. Ultimata l’intro, danno vita al loro black old school esoterico e impetuoso. La band regala uno show davvero oscuro ed imponente. Eccezionali, come eccezionale è stata la risposta dei fan giunti al concerto. Come sempre non finirò mai di ringraziare tutto lo staff del Dagda, capitanato dal suo boss d’eccezione, la mitica Angela, per l’impegno profuso al fine di regalarci live di spessore. Alla prossima. Stay Black.
Francky Fin Foti
Francky Fin Foti
Riflessioni sul docente specializzato per il Sostegno. La MEDIATTICA.
La vera vocazione di ognuno è una sola, quella di conoscere se stessi. (Hermann Hesse)
“Insegnare oggi appare più che mai una scelta professionale coraggiosa” [1] e la relazione, per il docente specializzato sul sostegno, diviene il punto cardine, poiché “l’insegnamento è di fatto una professione relazionale. Il docente interagisce incessantemente con lo studente, con la famiglia, con i colleghi, con le istituzioni" [2]. Il docente deve tenere presente la consapevolezza del fattore dell’imprevedibilità; non deve mai dare per scontato le preconoscenze dello studente, perché ogni studente è una storia a sé e deve essere conosciuto. Per questo l'osservazione clinica (iniziale e costante) è essenziale, non basta limitarsi a consultare documenti o diagnosi. Osservare luoghi, tempi e relazioni, ponendo l’attenzione su alcuni focus: movimenti, tono della voce, relazione ed esposizione comunicativa con i compagni e i docenti, comportamenti, attenzione, motivazione, sguardi, piccoli gesti, postura. Osservare "non è sinonimo" di vedere, c’è dell’altro: l’osservazione clinica (occhio clinico) equivale al “vedere oltre” e con essa cambia lo spessore della “lente”. Pertanto, osservare, osservarsi e sapere di essere, nello stesso momento, oggetto di osservazione è da ritenersi un lavoro meta-cognitivo ossessivo, quasi ridondante. D’altronde, bisogna considerare che la formazione di un insegnante è un processo senza fine, nella quale si fonde inevitabilmente la storia personale, con “la consapevolezza che il processo di acquisizione di qualsivoglia conoscenza passa necessariamente attraverso il dialogo con se stessi e la propria storia” [3]. Devo ammettere che questo processo di acquisizione, a volte, sfugge all’insegnante “involontariamente”. Chiunque volesse intraprendere la strada dell’insegnamento deve fare i conti con la propria esperienza scolastica, con i propri modelli, con la passione, i successi e gli insuccessi appresi durante la propria vita personale. Riconoscere i propri limiti è inevitabilmente una risorsa. L’“io so”, perché sono un insegnante, e tu non capisci nulla, perché sei uno studente, non è sicuramente l’atteggiamento degno da seguire.
Vincenzo Fanelli, scrittore e formatore aziendale di fama mondiale, si è più volte soffermato sull’importanza del “rispecchiamento”, ossia quel sistema che dà la possibilità di creare con il nostro interlocutore un “rapporto empatico”, basato sulla fiducia e la sintonia emotiva. “Il rispecchiamento è uno dei metodi più potenti e che è alla base della programmazione neuro-linguistica. È un sistema per creare velocemente rapporti con il nostro interlocutore. La stessa parola indica un’assunzione della nostra postura speculare a quella di chi ci è di fronte. Pensate a due innamorati. Quando sono insieme, assumono una postura identica, mimando gli stessi gesti, come in una “danza” non verbale" [4]. Vincenzo Fanelli fa esplicito riferimento a Robert Levenson, psicologo della California University di Berkeley, il quale ha mostrato come l’empatia ha una base fisiologica.
Inoltre, si deve tenere sempre presente che in una relazione docente-discente entrano in gioco anche le aspettative di entrambi; il linguaggio, le immagini, i segni e le strategie comunicative assumono un ruolo importante perché lo sviluppo delle conoscenze metacognitive di ciascuno è inevitabile.
Preso atto “che ciascuno di noi sviluppa delle conoscenze metacognitive delle quali poi può essere più o meno consapevole”, è evidente che “l’acquisizione di questa coscienza permette di intervenire nella regolazione e nel controllo dei processi messi in atto dalla persona” [5]. La riflessione su se stessi non è certamente un lavoro semplice e né tanto meno la si può liquidare in poche battute. Attivare la metacognizione durante l’azione, in questo caso durante l’agire in classe, è un lavoro decisamente laborioso ma per l’insegnante specializzato può essere maggiormente gratificante poiché si tratta di una sfida ulteriore. Difatti, se si riescono a “gestire le diversità individuali, garantendo a tutti gli alunni l’individualizzazione del processo di apprendimento” [6], si favorisce l’integrazione dell'alunno nell’ambiente classe. La conquista di questo traguardo per l’insegnante specializzato altro non è che una maggiore gratificazione che alimenta la propria autostima. Inoltre, l’autoefficacia, ossia quelle “convinzioni relative alla propria capacità di affrontare adeguatamente situazioni specifiche” [7], gioca un ruolo importante. L’autoefficacia dell’insegnante è “il grado in cui egli crede nelle proprie capacità di influenzare la prestazione degli studenti” [8]. Bisogna considerare che “una delle proposte più radicali emerse dalla psicologia culturale nel campo dell’educazione è stata quella di rivoluzionare la concezione della classe, considerandola appunto una sottocomunità di persone che apprendono le une e le altre, dove il docente ha il compito di orchestrazione” [9]. “La conoscenza, dunque, non è «accumulo», ma significati, rapporti, gerarchie, nessi e combinazioni di cui l’insegnante è «orchestratore» più o meno consapevole di più entità fluide che comprendono invariantemente anche se stesso” [10]. Per questi motivi, il compito principale del docente specializzato per il sostegno non è di sostituirsi allo studente, ma è quello di mediare, attraverso strategie didattiche e comunicative, per fare emergere le potenzialità del singolo studente.
[1] O. Albanese, Disabilità, Integrazione e formazione degli insegnanti, Bergamo, Edizioni Junior, 2006, p. 29.
[2] Ivi, p. 193.
[3] L. Formenti, I. Gamelli, Quella volta che ho imparato. La conoscenza di sé nei luoghi dell’educazione. Op. cit., p. 82.
[4] Empatia e Rispecchiamento.
[5] A. Antonietti, M. Cantoia, La mente che impara. Percorsi metacognitivi di apprendimento. Op. cit., pp. 21-22.
[6] O. Albanese, Disabilità, Integrazione e formazione degli insegnanti, op. cit., p. 29.
[7] Ivi, p. 197.
[8] ibidem.
[9] J. S. Bruner, La cultura dell’educazione, Milano, Feltrinelli, 1996, p. 35.
[10] P. De Mennato, Saperi della mente, saperi delle discipline, Napoli, Ellissi, 2003, pp. 16-17.
Massimiliano Sanfedino
“Insegnare oggi appare più che mai una scelta professionale coraggiosa” [1] e la relazione, per il docente specializzato sul sostegno, diviene il punto cardine, poiché “l’insegnamento è di fatto una professione relazionale. Il docente interagisce incessantemente con lo studente, con la famiglia, con i colleghi, con le istituzioni" [2]. Il docente deve tenere presente la consapevolezza del fattore dell’imprevedibilità; non deve mai dare per scontato le preconoscenze dello studente, perché ogni studente è una storia a sé e deve essere conosciuto. Per questo l'osservazione clinica (iniziale e costante) è essenziale, non basta limitarsi a consultare documenti o diagnosi. Osservare luoghi, tempi e relazioni, ponendo l’attenzione su alcuni focus: movimenti, tono della voce, relazione ed esposizione comunicativa con i compagni e i docenti, comportamenti, attenzione, motivazione, sguardi, piccoli gesti, postura. Osservare "non è sinonimo" di vedere, c’è dell’altro: l’osservazione clinica (occhio clinico) equivale al “vedere oltre” e con essa cambia lo spessore della “lente”. Pertanto, osservare, osservarsi e sapere di essere, nello stesso momento, oggetto di osservazione è da ritenersi un lavoro meta-cognitivo ossessivo, quasi ridondante. D’altronde, bisogna considerare che la formazione di un insegnante è un processo senza fine, nella quale si fonde inevitabilmente la storia personale, con “la consapevolezza che il processo di acquisizione di qualsivoglia conoscenza passa necessariamente attraverso il dialogo con se stessi e la propria storia” [3]. Devo ammettere che questo processo di acquisizione, a volte, sfugge all’insegnante “involontariamente”. Chiunque volesse intraprendere la strada dell’insegnamento deve fare i conti con la propria esperienza scolastica, con i propri modelli, con la passione, i successi e gli insuccessi appresi durante la propria vita personale. Riconoscere i propri limiti è inevitabilmente una risorsa. L’“io so”, perché sono un insegnante, e tu non capisci nulla, perché sei uno studente, non è sicuramente l’atteggiamento degno da seguire.
Vincenzo Fanelli, scrittore e formatore aziendale di fama mondiale, si è più volte soffermato sull’importanza del “rispecchiamento”, ossia quel sistema che dà la possibilità di creare con il nostro interlocutore un “rapporto empatico”, basato sulla fiducia e la sintonia emotiva. “Il rispecchiamento è uno dei metodi più potenti e che è alla base della programmazione neuro-linguistica. È un sistema per creare velocemente rapporti con il nostro interlocutore. La stessa parola indica un’assunzione della nostra postura speculare a quella di chi ci è di fronte. Pensate a due innamorati. Quando sono insieme, assumono una postura identica, mimando gli stessi gesti, come in una “danza” non verbale" [4]. Vincenzo Fanelli fa esplicito riferimento a Robert Levenson, psicologo della California University di Berkeley, il quale ha mostrato come l’empatia ha una base fisiologica.
Inoltre, si deve tenere sempre presente che in una relazione docente-discente entrano in gioco anche le aspettative di entrambi; il linguaggio, le immagini, i segni e le strategie comunicative assumono un ruolo importante perché lo sviluppo delle conoscenze metacognitive di ciascuno è inevitabile.
Preso atto “che ciascuno di noi sviluppa delle conoscenze metacognitive delle quali poi può essere più o meno consapevole”, è evidente che “l’acquisizione di questa coscienza permette di intervenire nella regolazione e nel controllo dei processi messi in atto dalla persona” [5]. La riflessione su se stessi non è certamente un lavoro semplice e né tanto meno la si può liquidare in poche battute. Attivare la metacognizione durante l’azione, in questo caso durante l’agire in classe, è un lavoro decisamente laborioso ma per l’insegnante specializzato può essere maggiormente gratificante poiché si tratta di una sfida ulteriore. Difatti, se si riescono a “gestire le diversità individuali, garantendo a tutti gli alunni l’individualizzazione del processo di apprendimento” [6], si favorisce l’integrazione dell'alunno nell’ambiente classe. La conquista di questo traguardo per l’insegnante specializzato altro non è che una maggiore gratificazione che alimenta la propria autostima. Inoltre, l’autoefficacia, ossia quelle “convinzioni relative alla propria capacità di affrontare adeguatamente situazioni specifiche” [7], gioca un ruolo importante. L’autoefficacia dell’insegnante è “il grado in cui egli crede nelle proprie capacità di influenzare la prestazione degli studenti” [8]. Bisogna considerare che “una delle proposte più radicali emerse dalla psicologia culturale nel campo dell’educazione è stata quella di rivoluzionare la concezione della classe, considerandola appunto una sottocomunità di persone che apprendono le une e le altre, dove il docente ha il compito di orchestrazione” [9]. “La conoscenza, dunque, non è «accumulo», ma significati, rapporti, gerarchie, nessi e combinazioni di cui l’insegnante è «orchestratore» più o meno consapevole di più entità fluide che comprendono invariantemente anche se stesso” [10]. Per questi motivi, il compito principale del docente specializzato per il sostegno non è di sostituirsi allo studente, ma è quello di mediare, attraverso strategie didattiche e comunicative, per fare emergere le potenzialità del singolo studente.
[1] O. Albanese, Disabilità, Integrazione e formazione degli insegnanti, Bergamo, Edizioni Junior, 2006, p. 29.
[2] Ivi, p. 193.
[3] L. Formenti, I. Gamelli, Quella volta che ho imparato. La conoscenza di sé nei luoghi dell’educazione. Op. cit., p. 82.
[4] Empatia e Rispecchiamento.
[5] A. Antonietti, M. Cantoia, La mente che impara. Percorsi metacognitivi di apprendimento. Op. cit., pp. 21-22.
[6] O. Albanese, Disabilità, Integrazione e formazione degli insegnanti, op. cit., p. 29.
[7] Ivi, p. 197.
[8] ibidem.
[9] J. S. Bruner, La cultura dell’educazione, Milano, Feltrinelli, 1996, p. 35.
[10] P. De Mennato, Saperi della mente, saperi delle discipline, Napoli, Ellissi, 2003, pp. 16-17.
Massimiliano Sanfedino
Rotting Christ - Novembre - Handful of Hate - Reality Grey - Hopesend - Vilemass
L'Associazione culturale BREAKING SOUND, in collaborazione con BAGANA ROCK AGENCY, ha presentato Breaking Sound Metal Fest, svolto sabato 4 Agosto 2018 presso "Villa Cavaliere" di Mesagne (BR) - Italy. L'evento è il punto di riferimento del Metal estremo in Puglia. La location era fornita di aree "relax", di stand dedicati e di Beer and Food. All'interno era presente anche il SALENTO FUN PARK (Ping Pong - Calcio Balilla - Trampolino e tanto altro). Complimenti all'associazione BREAKING SOUND: un Festival ben riuscito!
Hanno calcato il palco della IV edizione, con la presenza del Sindaco di Mesagne Pompeo Molfetta e del Direttore Artistico Maurizio Piro, ben sei band del panorama Metal estremo, nazionale e non:
Ordine di esibizione
Vilemass (Death/Thrash Metal)
Hopesend (Thrash Metal)
Reality Grey (Extreme metal, Modern Melodic Death Metal)
Handful of Hate (Black Metal / Death Metal) / Co-Headliner
Novembre (Progressive Metal, Doom Metal, Gothic Metal) / Co-Headliner
Rotting Christ (Black/Dark Metal) / Headliner
LINK - BREAKING SOUND metal fest
https://www.breakingsoundmetalfest.it
Hanno calcato il palco della IV edizione, con la presenza del Sindaco di Mesagne Pompeo Molfetta e del Direttore Artistico Maurizio Piro, ben sei band del panorama Metal estremo, nazionale e non:
Ordine di esibizione
Vilemass (Death/Thrash Metal)
Hopesend (Thrash Metal)
Reality Grey (Extreme metal, Modern Melodic Death Metal)
Handful of Hate (Black Metal / Death Metal) / Co-Headliner
Novembre (Progressive Metal, Doom Metal, Gothic Metal) / Co-Headliner
Rotting Christ (Black/Dark Metal) / Headliner
LINK - BREAKING SOUND metal fest
https://www.breakingsoundmetalfest.it
Intervista a
Damiano Rielli
(membro dell'associazione Breaking Sound - batterista dei Ghost of Mary e Leta)
Com'è nata l'idea di realizzare Breaking Sound Metal Fest?
Innanzitutto ciao Max e un saluto ai lettori del tuo blog!
Venendo a noi, l'idea nasce durante le lunghe chiacchierate seduti attorno ad un tavolo con della buona birra. Siamo un gruppo di amici che ha deciso di provare a creare qualcosa di concreto per supportare ciò che amiamo, invece di "piangerci addosso" sul come o il perché il nostro amato genere musicale sia così bistrattato nel nostro territorio. Il nome Breaking Sound è stato scelto proprio per questo motivo. Abbiamo immaginato che il muro del suono sia l'eterna monotonia che accompagna le serate nelle nostre città, e noi vogliamo romperlo!
Potete ritenervi soddisfatti delle edizioni precedenti?
Certamente soddisfatti! Di strada ne abbiamo fatta tanta, ma non ci crogioliamo sul passato. Lo sguardo è sempre rivolto al futuro e su ciò che dobbiamo migliorare affinché il BSMF sia qualcosa che duri nel tempo.
Breaking Sound Metal Fest è giunto alla IV edizione. State già pianificando l'edizione del 2019?
Ci penseremo sicuramente dopo il 5 agosto ... (risata).
Quali saranno le novità?
Le novità saranno indirizzate nell'arricchimento delle aree adiacenti. Ci sarà, ad esempio, l'allestimento di un area ludica a cura dei ragazzi del "Salento fun park" di Mesagne, oltre a vari stand espositivi. Il tutto perché ci piace pensare che l'esperienza del fan non si limiti solo agli show delle varie band (che si alterneranno on stage). Vogliamo che sia per tutti un'esperienza (nel nostro piccolo) del tutto nuova: una giornata di evasione e di festa totale, con del gran metal live come colonna sonora!
Massimiliano Sanfedino
Innanzitutto ciao Max e un saluto ai lettori del tuo blog!
Venendo a noi, l'idea nasce durante le lunghe chiacchierate seduti attorno ad un tavolo con della buona birra. Siamo un gruppo di amici che ha deciso di provare a creare qualcosa di concreto per supportare ciò che amiamo, invece di "piangerci addosso" sul come o il perché il nostro amato genere musicale sia così bistrattato nel nostro territorio. Il nome Breaking Sound è stato scelto proprio per questo motivo. Abbiamo immaginato che il muro del suono sia l'eterna monotonia che accompagna le serate nelle nostre città, e noi vogliamo romperlo!
Potete ritenervi soddisfatti delle edizioni precedenti?
Certamente soddisfatti! Di strada ne abbiamo fatta tanta, ma non ci crogioliamo sul passato. Lo sguardo è sempre rivolto al futuro e su ciò che dobbiamo migliorare affinché il BSMF sia qualcosa che duri nel tempo.
Breaking Sound Metal Fest è giunto alla IV edizione. State già pianificando l'edizione del 2019?
Ci penseremo sicuramente dopo il 5 agosto ... (risata).
Quali saranno le novità?
Le novità saranno indirizzate nell'arricchimento delle aree adiacenti. Ci sarà, ad esempio, l'allestimento di un area ludica a cura dei ragazzi del "Salento fun park" di Mesagne, oltre a vari stand espositivi. Il tutto perché ci piace pensare che l'esperienza del fan non si limiti solo agli show delle varie band (che si alterneranno on stage). Vogliamo che sia per tutti un'esperienza (nel nostro piccolo) del tutto nuova: una giornata di evasione e di festa totale, con del gran metal live come colonna sonora!
Massimiliano Sanfedino
FOTO REPORT
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Novembre
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Percorsi di Filosofia e studio della lingua Esperanto - associazione Al Lantarnin dal Ranatè - Trino (VC)
Il mese scorso si sono concluse due iniziative interessanti, percorsi di Filosofia e studio della lingua Esperanto, volute e presentate (come ogni anno) da Mario Martuzzi, presidente dell'associazione 'L lantarnin dal Ranatè di Trino (VC). Il corso percorsi di Filosofia è stato curato dalla prof.ssa Rossella Albertone (laureata in Storia) e dal dott. Federico Ottavis (laureato in Lettere e laureando in Letteratura, Filologia e Linguistica italiana), mentre studio della lingua Esperanto è stato curato dalla dott.ssa Cinzia Vanni (iscritta all'Istituto Italiano di Esperanto e membro del Consiglio Direttivo F.E.I.). La novità di quest'anno è stata la collaborazione con il blog MeDiaTTicA & MusicHard di Massimiliano Sanfedino (in qualità di reporter). Il corso Percorsi di Filosofia è stato caratterizzato dalla rubrica I TESTIMONI (1938-1945 - la serie), un vero e proprio percorso che ci ha accompagnati ogni martedì, in diretta sul canale YouTube del blog, fino al 25 aprile, giorno in cui ogni anno in Italia si celebra la festa della Liberazione dal nazifascismo, avvenuta nel 1945. Durante le live sono stati trattati vari temi inerenti la seconda guerra mondiale, attraverso alcuni degli "autori testimoni" coinvolti in questo periodo storico, da Heisenberg a Arendt, passando per Levi, Bonhoeffer, Pound e Capa. Per quanto concerne studio della lingua Esperanto, con la collaborazione del Gruppo Esperantista di Vercelli, l'11 novembre 2017, presso la Biblioteca Civica di Trino, si è tenuta la conferenza dal titolo L’Esperanto e la comunità esperantista (vedi video), introdotta da Cinzia Vanni e curata da Irene Caligaris (membro della Federazione Esperantista Italiana) e Michael Boris Mandirola (vicepresidente del Gruppo Esperantista Vercellese e membro del comitato dell'Organizzazione della Gioventù Esperantista Mondiale).
Massimiliano Sanfedino
Massimiliano Sanfedino
EVENTI LIVE su YOUTUBE
Percorsi di Filosofia 1938/1945 - I TESTIMONI (La serie)
La comunità ESPERANTISTA
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WOLFSINGER (special show) - ELEGY OF MADNESS - LEFT4EVER - DAYSLIVED
L'Associazione Metal Queen, in collaborazione con i Wolfsinger, ha dato vita alla quinta edizione del METAL QUEEN'S BURNING NIGHT FESTIVAL. La manifestazione è stata dedicata alle voci femminili del metal - Strambino (Torino) 25-26-27 Maggio 2018. SCOPRI I DETTAGLI DELL'EVENTO QUI
WOLFSINGER
ELEGY OF MADNESS
LEFT4EVER - DAYSLIVED
L'evento raddoppia il 26/05/2018 con i DEATHLESS LEGACY (foto di repertorio - Padiglione 14 - 17 febbraio 2018)
L'ANGOLO del Café - "L'Amicizia" - APERITIVO - IPSSEOA Trino (Vercelli) - 04/05/2018
Il tema centrale, della seconda parte dell’ANGOLO del café, è stato il "valore dell'AMICIZIA nell'era dei social". Un vero e proprio “aperitivo” presso l'I.P.S.S.E.O.A "Sergio Ronco" di Trino (VC) dell'I.I.S. “Galileo Ferraris”, che ha visto nuovamente protagonisti gli studenti della classe 4ᵃ A (Enogastronomia) e i loro insegnanti. Durante l’evento si sono degustate alcune varianti della pizza, cocktails analcolici e degli ottimi tiramisù. L’iniziativa, sponsorizzata dalla prof.ssa Alessandra Ticozzi (collaboratrice del Dirigente Scolastico Giovanni Marcianò), è stata curata dalla prof.ssa Paola Bosso (Lettere) e dal prof. Massimiliano Sanfedino (Tecniche di comunicazione - Specializzato sul sostegno). L’evento ha avuto luogo venerdì 4 maggio alle ore 11:00 presso la sala "Melissa" dello stesso istituto, con diretta streaming sul canale youtube MeDiaTTicA & Music Hard, per dare l'opportunità a tutti gli studenti di interagire durante la diretta. Questa volta al dibattito hanno partecipato alcuni studenti della classe, il prof. Matteo Vacchina (Sala-Vendita), il prof. Massimo Bagna (Specializzato sul sostegno) e la stessa prof.ssa Bosso. Come per il “primo episodio”, l'aspetto tecnico è stato curato dal prof. Sanfedino, mentre la prof.ssa Ester Sirna ha curato la scenografia del set. Hanno collaborato alla realizzazione dell'evento anche altri alunni dell'istituto, come si evince dal video (per ciascuna articolazione - indirizzi), sotto la supervisione dei professori Stefania Parini (Sala-Vendita), Vittorio Isernia e Cristina Giuppone (Enogastronomia), Barbara Berlucchi (Pasticceria), Antonella Forte (Sc. degli alimenti), Gabriella Goslino e Roberto Amodio per Accoglienza turistica. Questa seconda esperienza didattica è un vero e proprio “biglietto da visita interattivo” dell’istituto “Ronco”, un’opportunità per far conoscere attraverso i social l’offerta formativa dei quattro indirizzi professionalizzanti, oltre ad un momento di condivisione dal punto di vista didattico-culturale. “Lo tsunami tecnologico in atto invade ormai in modo prorompente il campo delle metodologie didattiche. La didattica è oggetto di profondi cambiamenti legati alla rivoluzione digitale con l'affermarsi di nuove metodologie e nuove forme di apprendimento. Le scelte metodologiche in aula segnano un passaggio da frontale e nozionistico a interattivo e sociale.”[1] “Gli strumenti tecnologici in sé sono potenzialmente molto utili ma senza i valori di fondo, senza una metodologia inclusiva di base, senza una didattica efficace, un soggetto non raggiungerà nessun obiettivo. Sicuramente, partecipazione e coinvolgimento sono componenti essenziali per un apprendimento efficace e duraturo. La mediazione didattica attraverso i media (la Mediattica), in questo caso, assume un ruolo fondamentale che fa da perno all’interno di un setting d’aula, in altre parole è il collante tra i nuovi strumenti tecnologici, le conoscenze individuali, le nostre coscienze, favorendo e alimentando nuove strategie e competenze soggettive.”[2]
[1] M. Sanfedino, La tecnologia come estensione didattica.
[2] Ibidem.
Massimiliano Sanfedino
Vedi anche - L'ANGOLO del café - La Felicità
TEMPERANCE: Release Party "Of Jupiter And Moons" - Frozen Crown - Scarlet My Lady - 27 aprile 2018 - Officine Sonore (VC) - Live report.
Ritornano il 27 aprile, più carichi che mai, i Temperance di Marco Pastorino presso le Officine Sonore di Vercelli con una line-up rinnovata e composta da ben due voci, Michele e Alessia, per festeggiare l’uscita del nuovo album “Of Jupiter And Moons” (Scarlet Records). Primo show italiano del 2018 e release party per la band che il 20 aprile ha reso pubblico il nuovo full lenght, precisamente il quarto album, la quinta uscita, in cinque anni, dopo il Live Albums/DVD "Maschere - A Night At Theater" (2017). In questi mesi i Temperance (modern-melodic metal) sono impegnati in un tour europeo proprio per presentare “Of Jupiter And Moons”, mentre in autunno saranno di supporto, sempre in Europa, ai Serenity e ai Visions Of Atlantis (symphonic metal).
Ad impreziosire lo spettacolo, ha calcato il palco una delle band rivelazione di questo inizio 2018, i Frozen Crown (power metal), appena usciti con l'album di debutto "The Fallen King", per la stessa Scarlet Records. Opening gli Scarlet My Lady (modern-melodic metal), con una line-up rinnovata nel 2017.
Discografia
2014 - Temperance
2015 - Me, Myself & I (Single)
2015 - Limitless
2016 - The Earth Embraces Us All
2017 - Maschere – A Night At The Theater (Live Albums/DVD)
2018 - Of Jupiter and Moons
Formazione attuale:
Alessia – voce
Michele – voce, piano
Marco – chitarra, voce
Luca – basso
Alfonso – batteria
Massimiliano Sanfedino
TEMPERANCE - Of Jupiter and Moons | FROZEN CROWN - Kings | SCARLET MY LADY - Wasted Mind |
... la mediazione didattica ... MEDIATTICA
La valutazione scolastica
Dal punto di vista pedagogico-didattico è essenziale definire il nesso intrinseco che esiste fra l’insegnare e il valutare. Di fatto la valutazione è una componente dell’azione didattica, ed essa è continua e inevitabile. In qualche modo, le attività di verifica devono essere pensate e progettate insieme alle azioni di insegnamento. Se ciò non accade insorgono i difetti più comuni e ricorrenti nell’esperienza scolastica: valutazioni superficiali, inadeguate, rivolte ad elementi non dipendenti dall’insegnamento intervenuto, valutazioni giudicate incongruenti o “ingiuste” dagli studenti.
La valutazione implica, in primo luogo, una diagnosi, ma questa diagnosi può riferirsi ad almeno tre livelli e dimensioni diverse fra loro:
- Si può valutare il quadro generale delle competenze e degli atteggiamenti in atto nella personalità dell’allievo (qualità del linguaggio, conoscenze generali, capacità di concentrazione dell’attenzione e prontezza nell’apprendere, qualità sociali etc.). Dopo un certo periodo di conoscenza dell’allievo, un insegnante "esperto" di norma ha operato una valutazione abbastanza articolata e puntuale di questo livello, in relazione all’età degli studenti. Tuttavia, si tratta di elementi tutti ascrivibili alle pre-condizioni dell’atto di insegnamento e dei processi di apprendimento immediati, e c’è sempre il rischio che il giudizio "sommativo" finale riguardi di fatto tali precondizioni, piuttosto che nuove e specifiche prestazioni cognitive dello studente.
- Si possono valutare le potenzialità cognitive ed emotivo-affettive di uno studente (quelle che chiamiamo comunemente “capacità”). Molti insegnanti competenti, con una buona esperienza in alcuni settori scolastici, presentano delle abilità diagnostiche/prognostiche molto sofisticate sotto questo aspetto.
Questo tipo di valutazione determina le “profezie” (in positivo o in negativo) che possono influire molto sugli sviluppi futuri dei processi di maturazione dell’allievo e della relazione insegnante/allievo. La “prognosi” ottimistica sollecita aspettative positive nell’insegnante e spesso, per conseguenza, determina le sue stimolazioni e i controlli nei confronti dell’allievo. Tendenzialmente “investiamo” di più su un allievo valutato come “promettente”, come dimostrato dalla ormai classica ricerca sull’effetto Pigmalione).
- Possiamo infine valutare (e dunque verificare) gli esiti delle azioni di insegnamento e dei processi di apprendimento rispetto ad unità più o meno ampie di conoscenza e di abilità disciplinari. In questo caso ci riferiamo a periodi e ad esperienze limitate (oggi, una settimana di lavoro, il contenuto disciplinare svolto in un mese etc.). Anche questa è una valutazione (verifica) di tipo diagnostico, ma si applica ad un contesto più limitato e particolare, riguarda una prestazione definita, che può essere del tutto incongruente con le valutazioni del livello generale e delle potenzialità di un allievo, e potrebbe essere incongruente con altre prestazioni parallele in altri ambiti disciplinari.
Difatti, è da tener presente che “l’insegnante” quando “entra in classe per tenere la propria lezione” non trova solo “pareti, banchi, sedie, studenti. C’è anche qualcosa che non si vede con l’occhio, ma che influirà su quello che avverrà nell’aula. Oltre allo spazio fisico in cui si tiene la lezione c’è uno spazio mentale: nella testa dell’insegnante e degli studenti ci sono convinzioni, immagini, sensazioni, idee riguardo ciò che capiterà durante la lezione. Insegnanti, studenti, lavagna, quaderni, spiegazioni, interrogazioni si collocano dentro un «ambiente di apprendimento» che è costruito sulla base del modo con cui ci si rappresenta il lavoro scolastico che si compie”[1]. “Il contesto scolastico si definisce appunto come contesto caratterizzato dalla progettualità e dall’intenzionalità delle attività che vi vengono svolte. Si è a scuola per raggiungere obiettivi, e le attività che vengono proposte sono pensate e strutturate per il raggiungimento di un fine”[2]. Inoltre, è indispensabile tenere presente che “oltre alla progettualità degli insegnanti c’è la progettualità dei singoli studenti, che si trovano a dover soddisfare una serie di richieste in termini di conoscenze, comportamenti e risultati”[3].
Presumibilmente, quando uno studente giudica che i suoi professori “fanno differenze” o “fanno ingiustizie”, nella maggior parte dei casi, gli insegnanti sono effettivamente distratti da “effetti alone”, o da “effetti Pigmalione”, scaturiti dai primi due livelli di valutazione, che interferiscono nella valutazione delle singole prestazioni scolastiche dei loro allievi.
Dobbiamo assumere come principio di metodo essenziale la separazione della valutazione di ogni singola prestazione/condotta dalla valutazione della persona. Lungi dall’essere un’indicazione di tipo morale, questo è un criterio professionale specifico: le persone tendono a leggere i giudizi di qualsiasi tipo sempre come riferiti alla propria persona, e dunque se ne difendono anche aggressivamente soprattutto se sono molto giovani. Viceversa, la possibilità di separare la prestazione/condotta dalla propria persona nel momento valutativo è l’unica via per imparare ad utilizzare la valutazione come verifica e come feed-back per modificare le prestazioni successive. Ciò vale anche per gli insegnanti, che hanno sempre grandi difficoltà a valutare le singole attività didattiche (e dunque a modificarle o implementarle) solo perché tendono a identificare se stessi con le proprie prestazioni. Per l’allievo la valutazione dei suoi docenti può avere un effetto predittivo/profetico; agire sull’auto-riconoscimento e sull’autostima, oppure funzionare come una profezia auto-avverantesi. Si può comprendere quindi l’investimento emotivo e la competitività degli allievi riguardo al voto, spesso assolutamente spropositati. Per un altro verso, è evidente che lo strumento standardizzato di valutazione che viene utilizzato (quale che sia), per valutare periodicamente i percorsi di maturazione di ciascuno studente (voti quadrimestrali, finali, voti d’esame) debba essere riconosciuto per definizione come uno strumento sempre imperfetto, sempre “grezzo” e parziale, rispetto alla complessità dei processi in atto nella relazione docente/studente. Le strategie e le scelte più adeguate possono solo ottenere di “ridurre l’imperfezione” dello strumento, per utilizzarlo nel perseguire con maggiore efficacia funzionale gli scopi istituzionali della scuola (cioè la maturazione progressiva personale di conoscenze, competenze, orientamenti e condotte, giudicati socialmente desiderabili). In altri termini: esiste una ‘valutazione’ di natura certificativa, amministrativamente e burocraticamente necessaria, che gli strumenti utilizzati (voti, schede, formulari) tentano di rendere comparabile in prospettive sociali sempre più ampie (il territorio nazionale, la comunità europea). L’idea che questa parte tecnico-burocratica coincida effettivamente con il processo valutativo dagli insegnanti, dentro la relazione con i loro allievi, costituisce una falsa rappresentazione. La natura convenzionale della certificazione deve essere chiarita agli allievi, così come deve essere chiarito, e in qualche modo “negoziato”, in quali termini ciascun insegnante utilizza gli strumenti certificativi in rapporto alla situazione concreta, spingendo costantemente gli studenti a separare il giudizio sulla loro prestazione/condotta dal giudizio sulla persona, imparando progressivamente ad auto-valutare le prestazioni.
In conclusione, la valutazione può essere considerata un'opportunità per i soggetti in relazione tra loro, ossia un momento metacognitivo e metacomunicativo positivo?
[1] A. Antonietti, M. Cantoia, La mente che impara. Percorsi metacognitivi di apprendimento, Milano, La Nuova Italia, RCS, 2000, p. 42.
[2] Ivi, p. 13.
[3] Ibidem.
Massimiliano Sanfedino
Dal punto di vista pedagogico-didattico è essenziale definire il nesso intrinseco che esiste fra l’insegnare e il valutare. Di fatto la valutazione è una componente dell’azione didattica, ed essa è continua e inevitabile. In qualche modo, le attività di verifica devono essere pensate e progettate insieme alle azioni di insegnamento. Se ciò non accade insorgono i difetti più comuni e ricorrenti nell’esperienza scolastica: valutazioni superficiali, inadeguate, rivolte ad elementi non dipendenti dall’insegnamento intervenuto, valutazioni giudicate incongruenti o “ingiuste” dagli studenti.
La valutazione implica, in primo luogo, una diagnosi, ma questa diagnosi può riferirsi ad almeno tre livelli e dimensioni diverse fra loro:
- Si può valutare il quadro generale delle competenze e degli atteggiamenti in atto nella personalità dell’allievo (qualità del linguaggio, conoscenze generali, capacità di concentrazione dell’attenzione e prontezza nell’apprendere, qualità sociali etc.). Dopo un certo periodo di conoscenza dell’allievo, un insegnante "esperto" di norma ha operato una valutazione abbastanza articolata e puntuale di questo livello, in relazione all’età degli studenti. Tuttavia, si tratta di elementi tutti ascrivibili alle pre-condizioni dell’atto di insegnamento e dei processi di apprendimento immediati, e c’è sempre il rischio che il giudizio "sommativo" finale riguardi di fatto tali precondizioni, piuttosto che nuove e specifiche prestazioni cognitive dello studente.
- Si possono valutare le potenzialità cognitive ed emotivo-affettive di uno studente (quelle che chiamiamo comunemente “capacità”). Molti insegnanti competenti, con una buona esperienza in alcuni settori scolastici, presentano delle abilità diagnostiche/prognostiche molto sofisticate sotto questo aspetto.
Questo tipo di valutazione determina le “profezie” (in positivo o in negativo) che possono influire molto sugli sviluppi futuri dei processi di maturazione dell’allievo e della relazione insegnante/allievo. La “prognosi” ottimistica sollecita aspettative positive nell’insegnante e spesso, per conseguenza, determina le sue stimolazioni e i controlli nei confronti dell’allievo. Tendenzialmente “investiamo” di più su un allievo valutato come “promettente”, come dimostrato dalla ormai classica ricerca sull’effetto Pigmalione).
- Possiamo infine valutare (e dunque verificare) gli esiti delle azioni di insegnamento e dei processi di apprendimento rispetto ad unità più o meno ampie di conoscenza e di abilità disciplinari. In questo caso ci riferiamo a periodi e ad esperienze limitate (oggi, una settimana di lavoro, il contenuto disciplinare svolto in un mese etc.). Anche questa è una valutazione (verifica) di tipo diagnostico, ma si applica ad un contesto più limitato e particolare, riguarda una prestazione definita, che può essere del tutto incongruente con le valutazioni del livello generale e delle potenzialità di un allievo, e potrebbe essere incongruente con altre prestazioni parallele in altri ambiti disciplinari.
Difatti, è da tener presente che “l’insegnante” quando “entra in classe per tenere la propria lezione” non trova solo “pareti, banchi, sedie, studenti. C’è anche qualcosa che non si vede con l’occhio, ma che influirà su quello che avverrà nell’aula. Oltre allo spazio fisico in cui si tiene la lezione c’è uno spazio mentale: nella testa dell’insegnante e degli studenti ci sono convinzioni, immagini, sensazioni, idee riguardo ciò che capiterà durante la lezione. Insegnanti, studenti, lavagna, quaderni, spiegazioni, interrogazioni si collocano dentro un «ambiente di apprendimento» che è costruito sulla base del modo con cui ci si rappresenta il lavoro scolastico che si compie”[1]. “Il contesto scolastico si definisce appunto come contesto caratterizzato dalla progettualità e dall’intenzionalità delle attività che vi vengono svolte. Si è a scuola per raggiungere obiettivi, e le attività che vengono proposte sono pensate e strutturate per il raggiungimento di un fine”[2]. Inoltre, è indispensabile tenere presente che “oltre alla progettualità degli insegnanti c’è la progettualità dei singoli studenti, che si trovano a dover soddisfare una serie di richieste in termini di conoscenze, comportamenti e risultati”[3].
Presumibilmente, quando uno studente giudica che i suoi professori “fanno differenze” o “fanno ingiustizie”, nella maggior parte dei casi, gli insegnanti sono effettivamente distratti da “effetti alone”, o da “effetti Pigmalione”, scaturiti dai primi due livelli di valutazione, che interferiscono nella valutazione delle singole prestazioni scolastiche dei loro allievi.
Dobbiamo assumere come principio di metodo essenziale la separazione della valutazione di ogni singola prestazione/condotta dalla valutazione della persona. Lungi dall’essere un’indicazione di tipo morale, questo è un criterio professionale specifico: le persone tendono a leggere i giudizi di qualsiasi tipo sempre come riferiti alla propria persona, e dunque se ne difendono anche aggressivamente soprattutto se sono molto giovani. Viceversa, la possibilità di separare la prestazione/condotta dalla propria persona nel momento valutativo è l’unica via per imparare ad utilizzare la valutazione come verifica e come feed-back per modificare le prestazioni successive. Ciò vale anche per gli insegnanti, che hanno sempre grandi difficoltà a valutare le singole attività didattiche (e dunque a modificarle o implementarle) solo perché tendono a identificare se stessi con le proprie prestazioni. Per l’allievo la valutazione dei suoi docenti può avere un effetto predittivo/profetico; agire sull’auto-riconoscimento e sull’autostima, oppure funzionare come una profezia auto-avverantesi. Si può comprendere quindi l’investimento emotivo e la competitività degli allievi riguardo al voto, spesso assolutamente spropositati. Per un altro verso, è evidente che lo strumento standardizzato di valutazione che viene utilizzato (quale che sia), per valutare periodicamente i percorsi di maturazione di ciascuno studente (voti quadrimestrali, finali, voti d’esame) debba essere riconosciuto per definizione come uno strumento sempre imperfetto, sempre “grezzo” e parziale, rispetto alla complessità dei processi in atto nella relazione docente/studente. Le strategie e le scelte più adeguate possono solo ottenere di “ridurre l’imperfezione” dello strumento, per utilizzarlo nel perseguire con maggiore efficacia funzionale gli scopi istituzionali della scuola (cioè la maturazione progressiva personale di conoscenze, competenze, orientamenti e condotte, giudicati socialmente desiderabili). In altri termini: esiste una ‘valutazione’ di natura certificativa, amministrativamente e burocraticamente necessaria, che gli strumenti utilizzati (voti, schede, formulari) tentano di rendere comparabile in prospettive sociali sempre più ampie (il territorio nazionale, la comunità europea). L’idea che questa parte tecnico-burocratica coincida effettivamente con il processo valutativo dagli insegnanti, dentro la relazione con i loro allievi, costituisce una falsa rappresentazione. La natura convenzionale della certificazione deve essere chiarita agli allievi, così come deve essere chiarito, e in qualche modo “negoziato”, in quali termini ciascun insegnante utilizza gli strumenti certificativi in rapporto alla situazione concreta, spingendo costantemente gli studenti a separare il giudizio sulla loro prestazione/condotta dal giudizio sulla persona, imparando progressivamente ad auto-valutare le prestazioni.
In conclusione, la valutazione può essere considerata un'opportunità per i soggetti in relazione tra loro, ossia un momento metacognitivo e metacomunicativo positivo?
[1] A. Antonietti, M. Cantoia, La mente che impara. Percorsi metacognitivi di apprendimento, Milano, La Nuova Italia, RCS, 2000, p. 42.
[2] Ivi, p. 13.
[3] Ibidem.
Massimiliano Sanfedino
Highlord - Eternal Silence - Royal Guard - 24 Marzo 2018 - Padiglione 14 (Torino)
- Live report -
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Ritornano, ad un anno di distanza, gli Highlord capitanati da Marco Falchetto Malacarne e Andrea Marchisio, sabato 24 marzo 2018 al PADIGLIONE 14 di Collegno (Torino). Gli Highlord, gruppo power metal italiano originario proprio di Torino, hanno iniziato la loro attività nel 1996 con il nome Avatar ed è sicuramente una delle band più longeve del panorama power metal tricolore, con ormai alle spalle più di vent’anni di carriera e otto album in attivo, l’ultimo “Hic Sunt Leones” del 2016 (Massacre Records). Nello scorso 12 marzo 2017 si sono esibiti con i Freedom Call e con gli Energy Of The Elements (vedi articolo). Questa volta, in successione, sono stati i Royal Guard (Hard Rock) di Ravenna e gli Eternal Silence (Symphonic Gothic Metal) di Varese a sostenere sul palco la band torinese. Giunti al piatto forte della serata, gli Highlord salgono sul palco con le note di Time For A Change (instrumental) e di One world at a time, impreziosita dai trascinanti guitar solo di Marco, dai contrappunti vocali in growling prodotti da Luca Pellegrino e dagli acuti immancabili della brillante voce di Andrea. Nella Setlist non poteva mancare Frozen Heaven (video), un ritorno alle origini della band, del fantastico “When the aurora falls” del 2000. Attendiamo la loro prossima fatica, annunciata da Andrea durante il live.
Discografia
1999 - Heir of Power (Northwind records)
2000 - When the Aurora Falls (Northwind records)
2002 - Breath of Eternity (Northwind records)
2004 - Medusa's Coil (Arise Records)
2006 - Instant Madness (Northwind Records/Self)
2009 - The Death of the Artists (Scarlet Records/Audioglobe)
2013 - The Warning After (Punishment 18 Records)
2016 - Hic Sunt Leones (Massacre Records)
Formazione attuale
Andrea Marchisio - voce
Marco Malacarne - chitarra
Massimiliano Flak - basso
Luca Pellegrino - batteria
Davide Cristofoli - tastiere
EVENTO PRECEDENTE
Freedom Call - Highlord - Energy Of The Elements - 12 Marzo 2017 - Padiglione 14 - Collegno (TO)
Massimiliano Sanfedino
Freedom Call - Highlord - Energy Of The Elements - 12 Marzo 2017 - Padiglione 14 - Collegno (TO)
Massimiliano Sanfedino
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