Lo STORYTELLING: l'atto di narrare.C'è una storia molto strana che non viene mai raccontata, ossia che l'universo è buio, non c'è luce. Tutto è maestosamente buio, silenzioso, perché?
Il cosmo si accende quando appare l'uomo. Tutto si illumina grazie ai nostri occhi. Osserviamo il mondo circostante da vari punti di vista, dando un senso alle cose, dando un senso alla nostra esistenza. Così, senza accorgerci, raccontiamo delle storie, le nostre storie. Raccontiamo attraverso le nostre azioni, attraverso i social, poiché la vita è fatta di storie. Abbiamo bisogno di raccontare storie. (VEDI VIDEO) Lo storytelling è l'atto del narrare, una disciplina che usa i principi della retorica e della narratologia. Il termine storytelling si riferisce ai vari tipi di opere di narrativa, sia opere audiovisive e sia opere letterarie. Infatti, lo storytelling è un'arte, uno strumento per ritrarre eventi reali o fittizi attraverso parole, immagini, suoni. È uno strumento naturale attraverso il quale può avvenire una forma di comunicazione efficace: coinvolge contenuti, emozioni, intenzionalità e i contesti. La storia raccontata ha una connotazione emotiva e internazionale perché coinvolge delle persone e cerchiamo spontaneamente di dare un significato di ogni atto che vi viene descritto. È inoltre attività collaborativa: c'è un narratore e un ascoltatore, infatti il cervello umano comprende con più facilità delle storie narrate che processi logico-matematici. Raccontare storie è il miglior modo per "trasferire" conoscenza ed esperienza. L'arte della persuasione. Massimiliano Sanfedino
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La tecnologia come estensione didatticaLo tsunami tecnologico in atto invade ormai in modo prorompente il campo delle metodologie didattiche. La didattica è oggetto di profondi cambiamenti legati alla rivoluzione digitale con l'affermarsi di nuove metodologie e nuove forme di apprendimento. Le scelte metodologiche in aula segnano un passaggio da frontale e nozionistico a interattivo e sociale. Gli strumenti tecnologici all’interno della didattica alimentano la ricerca, la scoperta e soprattutto la creatività, tracciando una diagonale che accarezza la sperimentazione, il coinvolgimento e la motivazione degli studenti. Basti pensare, al riguardo, alla straordinaria importanza che oggi ha assunto il computer nei vari metodi per il trattamento dei bisogni educativi speciali. Ancor più lo è la LIM come strumento integrato nelle attività didattiche quotidiane dell’ambiente classe, nell’equilibrio tra metodologia e tecnologia. La LIM, ad esempio, offre la possibilità di un uso sincretico di canali differenti, integrando tre diversi modi di accesso alle conoscenze: visiva (visualizzazione con immagini statiche o animate di fatti, concetti e procedure), uditiva (ascolto di parole pronunciate oralmente o di suoni connessi agli argomenti) e tattile (con l’interazione “fisica” con oggetti multimediali, come nelle simulazioni). Molti esperti e docenti ritengono che l’uso della LIM porterebbe tout court a potenziare negli alunni la capacità di costruire le conoscenze attraverso la formulazione di ipotesi, la loro condivisione e negoziazione e una rappresentazione collettiva. La possibilità, infatti, di abbinare agli argomenti di una lezione tradizionale materiale multimediale è una strategia ottima in grado di facilitare l’apprendimento di quanti incontrano difficoltà nella letto-scrittura, in modo particolare in tutte quelle discipline che richiedono buone capacità attentive, lessicali e di memorizzazione. Realizzare materiali didattici multimediali è piuttosto semplice ma non sempre questi sono efficaci perché, nella produzione e nella progettazione, non sempre si tiene conto dei meccanismi cognitivi alla base dell’apprendimento. Tuttavia, il dubbio di molti esperti è che gran parte di questo ottimo risultato sia dovuto all’effetto di novità e che, a lungo andare, rischi di decadere se i nuovi strumenti didattici dovessero diventare un dispositivo usato nella routine quotidiana, senza una strategia di apprendimento. Infatti, gli strumenti tecnologici in sé sono potenzialmente molto utili ma senza i valori di fondo, senza una metodologia inclusiva di base, senza una didattica efficace, un soggetto non raggiungerà nessun obiettivo. Sicuramente, partecipazione e coinvolgimento sono componenti essenziali per un apprendimento efficace e duraturo. La mediazione didattica, in questo caso, assume un ruolo fondamentale che fa da perno all’interno di un setting d’aula, in altre parole è il collante tra i nuovi strumenti tecnologici, le conoscenze individuali, le nostre coscienze, favorendo e alimentando nuove strategie e competenze soggettive. Massimiliano Sanfedino La tecnologia mediatica è lo specchio contemporaneo di noi stessi: una gabbia viraleSiamo sicuri che la tecnologia è sinonimo di evoluzione? Cosa siamo diventati? Quale sarà il nostro futuro? La comunicazione è quel processo che mette in comunione uno (meta-comunicazione) e/o più soggetti, poiché essa è una necessità dell’essere umano. Consapevoli che non si può non comunicare per il solo fatto di esistere, Herbert Marshall McLuhan, sociologo, filosofo, critico letterario e professore canadese, asseriva che con l’avvento dell’era tecnologica dell’elettricità abbiamo esteso il nostro stesso sistema nervoso centrale in un abbraccio globale. Il medium è il messaggio. Qualsiasi tecnologia costituisce un medium, nel senso che è un'estensione e un potenziamento delle facoltà umane, e in quanto tale genera un messaggio (Gli strumenti del comunicare – M. McLuhan). Con la nascita della rete delle reti, ossia Internet, sul piano della comunicazione si sono azzerati i tempi e gli spazi. Questo ha agevolato lo scambio delle informazioni in tempo reale. Interagire è la parola d’ordine. Nello stesso tempo internet, assorbita nei nuovi strumenti di comunicazione, ha influito e tuttora influisce sulle nostre abitudini e sugli usi e costumi delle vecchie e nuove generazioni. Basti pensare che in modo automatico ed abitudinario, dopo il nostro risveglio, verifichiamo sul nostro buon smartphone se qualcuno ci ha rintracciati o scritto un messaggio, accendiamo un pc per controllare la posta o semplicemente leggiamo le notizie. Dunque oggi, inseriti in un mondo globale a ragnatela, cosa siamo? Tv, smartphone, ipod, tablet e pc, tutti strumenti mediatici connessi ad una sola rete globale che ci permettono di interagire all’interno di un’agorà mediatica. La tecnologia è da considerarsi lo specchio contemporaneo della nostra essenza umana, pertanto siamo il riflesso della nostra stessa creatura. Siamo i padri creatori della tecnologia e nello stesso tempo i figli di essa. Abbiamo modificato velocemente il nostro modo di comunicare, i nostri stili di vita, di nutrirci, di vestirci e di osservare. Internet, attraverso ogni canale comunicativo, ci dà l’opportunità di esistere al mondo circostante attraverso una vetrina che ci identifichi, ma nello stesso tempo siamo maggiormente esposti, ovvero vulnerabili, deboli e controllabili. Non possiamo escludere il fatto che internet ha alterato e modificato le relazioni sociali e la comunicazione tradizionale è stata sostituita da procedimenti più veloci e semplificati, all’interno di una realtà virtuale spesso fragile e inquinata, differente dal mondo reale tangibile. Internet da un lato è da ritenersi una conquista, ovvero uno strumento potente che ci ha permesso di esprimerci liberamente agevolandoci nella trasmissione delle informazioni. D’altro canto, ci ha conquistati e dominati rendendoci schiavi all’interno di una gabbia virtuale alimentata da una dipendenza virale mediatica. Pertanto mi chiedo, l’era della rete globale nella quale navighiamo è da ritenersi un’evoluzione della specie umana o un regresso della stessa? Massimiliano Sanfedino |
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Gennaio 2021
Massimiliano Sanfedino
- Docente di Tecniche di comunicazione - Specializzato sul sostegno - Blogger - Filosofo e Autore per passione - Webdesigner - Webmaster - Fotoreporter - Redattore web © Diritti d'autore di Massimiliano Sanfedino
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