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Sociologia - Gabbia virale

14/11/2016

13 Commenti

 

La tecnologia mediatica è lo specchio contemporaneo di noi stessi: una gabbia virale

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Siamo sicuri che la tecnologia è sinonimo di evoluzione? Cosa siamo diventati? Quale sarà il nostro futuro?
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​La comunicazione è quel processo che mette in comunione uno (meta-comunicazione) e/o più soggetti, poiché essa è una necessità dell’essere umano. Consapevoli che non si può non comunicare per il solo fatto di esistere, Herbert Marshall McLuhan, sociologo, filosofo, critico letterario e professore canadese, asseriva che con l’avvento dell’era tecnologica dell’elettricità abbiamo esteso il nostro stesso sistema nervoso centrale in un abbraccio globale. Il medium è il messaggio. Qualsiasi tecnologia costituisce un medium, nel senso che è un'estensione e un potenziamento delle facoltà umane, e in quanto tale genera un messaggio (Gli strumenti del comunicare – M. McLuhan).
Con la nascita della rete delle reti, ossia Internet, sul piano della comunicazione si sono azzerati i tempi e gli spazi. Questo ha agevolato lo scambio delle informazioni in tempo reale. Interagire è la parola d’ordine. Nello stesso tempo internet, assorbita nei nuovi strumenti di comunicazione, ha influito e tuttora influisce sulle nostre abitudini e sugli usi e costumi delle vecchie e nuove generazioni. Basti pensare che in modo automatico ed abitudinario, dopo il nostro risveglio, verifichiamo sul nostro buon smartphone se qualcuno ci ha rintracciati o scritto un messaggio, accendiamo un pc per controllare la posta o semplicemente leggiamo le notizie.
Dunque oggi, inseriti in un mondo globale a ragnatela, cosa siamo?
Tv, smartphone, ipod, tablet e pc, tutti strumenti mediatici connessi ad una sola rete globale che ci permettono di interagire all’interno di un’agorà mediatica. La tecnologia è da considerarsi lo specchio contemporaneo della nostra essenza umana, pertanto siamo il riflesso della nostra stessa creatura. Siamo i padri creatori della tecnologia e nello stesso tempo i figli di essa. Abbiamo modificato velocemente il nostro modo di comunicare, i nostri stili di vita, di nutrirci, di vestirci e di osservare. Internet, attraverso ogni canale comunicativo, ci dà l’opportunità di esistere al mondo circostante attraverso una vetrina che ci identifichi, ma nello stesso tempo siamo maggiormente esposti, ovvero vulnerabili, deboli e controllabili. Non possiamo escludere il fatto che internet ha alterato e modificato le relazioni sociali e la comunicazione tradizionale è stata sostituita da procedimenti più veloci e semplificati, all’interno di una realtà virtuale spesso fragile e inquinata, differente dal mondo reale tangibile. Internet da un lato è da ritenersi una conquista, ovvero uno strumento potente che ci ha permesso di esprimerci liberamente agevolandoci nella trasmissione delle informazioni. D’altro canto, ci ha conquistati e dominati rendendoci schiavi all’interno di una gabbia virtuale alimentata da una dipendenza virale mediatica. Pertanto mi chiedo, l’era della rete globale nella quale navighiamo è da ritenersi un’evoluzione della specie umana o un regresso della stessa?
​
​Massimiliano Sanfedino
​
13 Commenti
Valentina Marengo
16/11/2016 12:07:59

Si può affermare che internet rappresenti sia un'evoluzione della razza umana, ma anche un regresso della stessa in quanto se da una parte ci permette di comunicare con persone lontane e in meno tempo, dall'altro divide e stratifica la società in soggetti più o meno connessi con una conseguente isolamento da parte di persone verso altre persone che non fanno uso di questi strumenti. Quindi ne consegue che è difficile dare una risposta a questa domanda in quanto la differenza tra regresso e progresso in questo ambito è sottilissima.

Rispondi
Giulia
15/12/2016 10:36:40

La tecnologia è riuscita ad avvicinare persone di posti diversi, ha semplicato le nostre vite in mille maniere, ma spesso siamo talmente assuefatti da questo potere elettronico che ci dimentichiamo che la vita è fatta di sensazioni e sentimenti non riproducibili dalla teconologia.

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Linda Urbano
16/11/2016 12:11:14

Internet ha sicuramente cambiato le nostre vite: accelerato i processi comunicativi, li ha resi istantanei, ha permesso la messa in comunione di informazioni che altrimenti sarebbero rimaste ignorate, rendendole accessibili a tutti e in qualsiasi momento.
Internet ci ha permesso di esprimere la nostra opinione in un blog, conoscere altre persone con interessi simili ai nostri e persino condividere con il mondo intero aspetto personali della nostra vita.
Effettivamente, spesso può risultare quasi soffocante pensare di essere costantemente connessi con chiunque e in qualsiasi luogo o tempo.
Ha permesso alla società di progredire, per tutti questi motivi e non solo. Ma nello stesso tempo, piu passa il tempo e più ci allontaniamo dalla relazioni vita vera, dalle enciclopedie e dai libri in forma cartacea.
Sta a noi decidere se continuare a progrprogre avvicinandosi sempre più al mondo lontano da noi, i restare con i piedi per terra, sempre ancorati alla realtà.

Rispondi
Melania
17/11/2016 20:41:22

L'era della rete globale, così come ogni altro avvenimento, racchiude in se, sia aspetti positivi sia aspetti negativi.
Molti potrebbero affermare che si tratta di un'innovazione che ha stravolto le nostre vite, rendendo più semplici, veloci e alla portata di tutti, processi che prima non lo erano.
E' anche vero però, che il web spesso si presenta come fonte di informazioni poco attendibili se non addirittura di truffa.
Pertanto l'era globale, può essere definita un' innovazione, solamente dopo essere a conoscenza di tutti i rischi che essa comporta.

Rispondi
Chiara Angiono
3/12/2016 18:43:23

Io penso che l' era della rete globale in cui noi viviamo a portato l'uomo a evolversi ma alla stesso tempo a chiudersi. L'evoluzione della tecnologia, che si è sviluppata in poco tempo e che ancora oggi è in crescita con le nuove invenzioni ha portato l'uomo a conoscere, informarsi e sapere in modo immediato. Questo ci fa capire come Internet ha fatto cambiare il mondo dove si utilizzano gli strumenti tecnologici per fare ricerche di tipo scientifico, storico, letterario, artistico e culturale ma anche di conoscere e tenerci in contatto con persone di tutto il mondo e acquistare prodotti in modo rapido.
Ma a alla stesso tempo la tecnologia ci ha portato a chiuderci. Non notiamo quello che ci circonda e non apprezziamo la semplicità perché usiamo quasi tutto il giorno la tecnologia perché senza di essa ci sentiamo persi e spaesati. Per questo Internet ci ha permesso di entrare anche in una comunità virtuale e quindi non farci sentire soli ma purtroppo questo ci può portare alcuni rischi e problemi e quindi bisogna fare attenzione e utilizzarlo in modo corretto e giusto altrimenti può anche provocare danni alla razza umana.

Rispondi
Letizia sgró
7/12/2016 10:35:17

Internet è sia una evoluzione ma anche un regresso della razza umana, ci ha permesso di condividere le informazioni, i nostri pensieri e le nostre opinioni più velocemente, in qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. È ormai diventato uno strumento fondamentale, la maggior parte delle famiglie ma sopratutto dei giovani utilizzano internet, non solo per ricerche riguardanti la scuola o il lavoro, ma anche per restare in contatto con il mondo. Possiamo affermare però che è anche un regresso della razza umana in quanto siamo sempre più attaccati agli smartphone o al pc e non ci accorgiamo di quello che ci succede in torno, ci stiamo allontanando da tutto e da tutti.

Rispondi
Riccardo G.
7/12/2016 13:08:47

Vivendo in un era convinti nel progresso più estremo. Ci definiamo "moderni" poiché utilizziamo in ogni momento la tecnologia, nascondendoci nell'illusione di noi stessi e nel falso ideale di poter controllare tutto. In realtà viviamo, più che in ogni altra epoca, nella grande illusione alimentata dalla proiezione di noi stessi in un mondo immateriale. Con la conseguenza immediata di non poterne farne a meno, diminuendo gradualmente i rapporti con la vera realtà scappando, da ciò che è vero e reale, verso una realtà parallela dove è più semplice esprimere i propri sentimenti, emozioni e paure. Questo distacco graduale o in alcuni casi drastico dalla realtà, sta mutando l'essenza umana nel campo della comunicazione. Ci rende da una parte molto forti e compatti col senso dell'anonimato, dall'altra parte, facilmente influenzabili da ideologie che non ci appartengono, fragili, indifesi, affini a paure e continue fobie.
È facile conoscere l'infinito ed avere relazioni davanti ad uno schermo, ma nella realtà? Siamo solo diventati tasselli di un enorme mosaico che identifica la nostra nuova essenza.

Rispondi
Prof. Giacomo S.
16/12/2016 01:25:50

Il mondo del “web” ha sopraffatto di molto l’essere umano e se dovesse continuare così, lo travolgerà del tutto. Secondo il mio parere, questa nuova tecnologia, ereditata dai vecchi programmi internet del Pentagono dopo la guerra del Golfo del 1991, è utile fin quando facilità le operazioni quotidiane.
Nel momento in cui dovesse complicare queste ultime, la tecnologia non deve essere assolutamente utilizzata, specie se ruba del tempo prezioso per la produzione lavorativa o altro. L’uomo non deve essere schiavo di queste tecnologie, ma deve dominare e non essere dominato o sopraffatto da esse.
Ormai, possiamo dire che il virtuale è diventato più importante del reale. La presenza e la sensibilità umana non è più tenuta in considerazione. Oggi, ciò che conta è solo l’apparire e non quello che la persona è realmente.
Per concludere, pongo una considerazione: “Ci siamo mai chiesti se un giorno, in un qualsiasi momento, dovesse mancare l’energia elettrica? Che ne sarà dell’era di internet?”. Ai posteri l’ardua sentenza.

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Alessia
24/1/2017 00:00:06

Prima di riflettere sull'era di Interner dovremmo soffermarci sulla comunicazione. Noi comunichiamo praticamente sempre perché oltre al linguaggio verbale ci serviamo di quello non verbale, grazie al quale riusciamo a capire se una persona mente, se è interessata ai nostri discorsi, se trova piacevole la nostra presenza e questo perché il linguaggio non verbale nasce dal nostro subconscio e non possiamo controllarlo, anche se volessimo, tutti noi compiamo dei piccoli gesti che ci mettono a "nudo". Ritornando alla domanda se l’era della rete globale nella quale navighiamo sia da ritenersi un’evoluzione della specie umana o un regresso della stessa io credo che tutto dipende dall' uso che se ne fa. Sicuramente ha portato il progresso, ha fatto sì che le distanze si siano accorciate (basti pensare alle videochiamate) ma ci ha anche allontanati dalla vita reale, sempre più spesso si vedono bambini che non hanno più di due/tre anni che vengono "azzittiti" con un telefonino, ragazzini che vogliono l'ultimo modello di smarthphone , che viene loro regalato perché non possono non averlo, ce l' hanno tutti.....e così non danno un valore a quello che hanno e chiederanno sempre di più...inoltre è veramente triste uscire e rendersi conto che non si comunica più, anzi...non si vuole comunicare con chi abbiamo davanti perché anche se siamo in compagnia siamo impegnati a postare una foto, a rispondere ad un messaggio piuttosto che leggere una mail e ciò a lungo andare ci renderà più vicini ma più soli.

Rispondi
Angelo Palladino
3/4/2017 18:13:59

Riposta a “La tecnologia mediatica è lo specchio contemporaneo di noi stessi: una gabbia virale”, di Massimilano Sanfedino sul suo blog.
L’articolo in questione, è stato scritto con chiarezza e con un’analisi accurata del potere attuale della tecnologia mediatica e degli effetti e preoccupazioni che esso determina. Pertanto, è utile per dare avvio a eventuali rimedi. In particolare ha sottolineato che la tecnologia, pur essendo uno strumento prodotto dall’uomo sta diventando il riflesso della sua essenza. Conclude poi con una domanda altrettanto interessante e opportuna: ”Pertanto mi chiedo, l’era della rete globale nella quale navighiamo è da ritenersi un’evoluzione della specie umana o un regresso della stessa?” La domanda ha promosso interessanti risposte che per alcuni aspetti condivido, soprattutto se analizzate complessivamente nel loro insieme. Personalmente per rispondere alla domanda, esprimo il mio seguente parere: L’era della rete globale non è un’ evoluzione della specie umana, ma una conquista dell’attività umana e va considerata come un innovativo e progressivo strumento, potente, utile, ma nello stesso tempo pericoloso, se l’uomo non reagisce per prevenire gli effetti negativi, presenti e futuri.
Non sono uno specialista in materia, ma il mio interesse per i problemi della comunicazione è stato alimentato dal saggio “Cattiva maestra televisione” in cui Popper denunzia, in particolare, i cattivi metodi e fini della comunicazione televisiva, e dal pensiero di Abbagnano: ”Non c’è strumento umano creato per il vantaggio dell’uomo che non possa essere stravolto a pericolo e danno dell’uomo stesso”. Ho collegato, quindi, nelle mie riflessioni, il significato e il fine delle due espressioni. Il mio interesse è stato infine alimentato da quanto sostiene Gunter Anders: “L’uomo è antiquato” titolo del suo libro in cui è espresso il suo pensiero: “La tecnica può segnare quel punto assolutamente nuovo nella storia, e forse irreversibile, dove la domanda non è più: che cosa possiamo fare con la tecnica, ma che cosa la tecnica può fare di noi” riportato in Repubblica delle Donne del 24. 2008. La visione di Anders che parte da un’analisi attenta è quella pessimistica e della disperazione che si oppone a quella della speranza (Bloch visione utopica). Per fare chiarezza riporto il pensiero di Anders tratto dal “Dizionario dei filosofi (Hoepli): ” l’uomo è antiquato in quanto la tecnica è il vero soggetto della storia. Essa plasma il mondo senza di noi che non solo non possiamo tenerne il passo ma non possiamo neppure usarla secondo un nostro criterio etico, essendo lei che sceglie noi. La tecnica pertanto ci ha reso schiavi e moralmente irresponsabili, “inconsapevolmente colpevoli”. “Anders parla, quindi, di incolpevole colpevolezza dell’ uomo nei confronti della tecnica; io ritengo che si debba parlare di colpevole colpevolezza dell’uomo, quest’ultimo inteso almeno come corresponsabile.
In conclusione, sono più vicino alla visione positivistica della speranza e al pensiero di Abbagnano. Ritengo che spetta all’uomo, collettivamente e individualmente, inventare buoni strumenti, usarli bene, controllarne gli usi, per liberare la sua essenza (che segue l’esistenza), dalla sopraffazione della tecnica o/e della tecnologia. Ma la speranza non è certezza. Angelo Palladino.

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Massimiliano Sanfedino link
2/5/2017 20:42:31

Grazie Angelo Palladino per aver arricchito il mio articolo. Consiglio vivamente di leggerlo poiché, oltre ad essere esaustivo, è frutto di una profonda riflessione!

Rispondi
ALESSANDRO
17/12/2017 17:53:47

Per certi versi è un progresso... velocemente si può consultare una pagina, inviare messaggi/commenti, prendere nozioni e informazioni su cose a noi necessarie... per l'altro è anche una prigione... vedi ossessionati che postano foto in continuazione, che condividono anche cose che potrebbero rimanere private... secondo me il fattore principale è l'utente, l'utilizzatore di tale tecnologia... una persona saggia ne farò buon uso, una persona mediocre lo utilizzerà per cose poco importanti... la percentuale progresso/regresso secondo me dipende da questo...

Rispondi
MEDIATTICA & MUSIC HARD (MASSIMILIANO SANFEDINO) link
17/12/2017 18:10:41

Grazie Alessandro per il tuo commento, saggia riflessione.

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