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Recensione - ELDRITCH - Cracksleep

11/7/2018

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ELDRITCH - Cracksleep: l'undicesimo album. 

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Undicesimo album in studio dal titolo Cracksleep, uscito il 23 marzo, per gli Eldritch, la band di Rosignano Marittimo che a quasi 30 anni di carriera non perde un colpo.
Un album ben articolato che come filo conduttore ha l’insonnia e le sue svariate cause che si presenta con un mix di power metal, progressive, thrash, hard rock e hard. Lavoro bello carico e di forte impatto, con riff potenti e martellanti che si alternano a parti più melodiche. Il ruolo portante, come in altri precedenti lavori è quello delle tastiere, ma troviamo delle chitarre che sanno il fatto loro (eccome!) e una sezione ritmica da urlo. Tutti ottimi musicisti e la voce di Terence emerge pulita e chiara, senza sbavature.
Si inizia con Cracksleep, pianoforte e orchestra, poi uno stop e la batteria insieme alle chitarre emergono potenti; passiamo a Reset, veloce e con tastiere in primo piano, bellissimi gli assoli di chitarra e pianoforte; Deep Frost caratterizzata da orchestrazioni oscure e sulfuree; Aberration of Nature, un brano cattivo, thrash e con una batteria sorprendente; My Breath qui la melodia è lenta, solo ogni tanto la chitarra si affaccia rendendolo più violento; Silent Corner qui toni calmi e sound più cupo e forte si fondono all’unisono; è il turno di As the Night Crawsl e i nostri si superano con le orchestrazioni; Voices Calling dove ci si spinge davvero sul thrash con accelerazioni e tempi medi; la tripletta finale vede Staring at the Ceiling in cui le tastiere si stagliano lungo tutto il brano; Night Feeling bellissima, diretta e potente e Hidden Friend forse il pezzo più intimo, malinconico e intenso.
 
In definitiva un album ricco di tante sonorità, che racchiude in sé vari generi, che non ha pause e si ascolta nella sua interezza melodica e “cattiva” riuscendo a fondersi regalando agli ascoltatori un suono unico.

Voto 8

Vedi anche Intervista - ELDRITCH e il loro Cracksleep


Cracksleep

01. Cracksleep
02. Reset
03. Deep Frost 
04. Aberration Of Nature
05. My Breath
06. Silent Corner
07. As The Night Crawls In
08. Voices Calling
09. Staring At The Ceiling
10. Night Feelings
11. Hidden Friend
Line Up
​
​​TERENCE HOLLER: Lead and backup vocals
EUGENE SIMONE: Lead and rhythm guitars
RUDJ GINANNESCHI: Rhythm and lead guitars
RAFFAHELL DRIDGE: Drums
ALESSIO CONSANI: Bass

Link

www.eldritchweb.com
www.facebook.com/Eldritchband

ELDRITCH - Reset (Official Video)

Vedi anche Live Report - Metal for autism


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Recensione - TEMPERANCE - Of Jupiter and Moons

28/5/2018

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TEMPERANCE - Of Jupiter and Moons: il quarto lavoro ricco di novità. 

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Probabilmente una delle uscite più attese nell’ambito metal italiano questo Of Jupiter And Moons pubblicato il 20 aprile scorso dai Temperance (melodic metal band).
A partire dalla line up che vede due voci di tutto rispetto del panorama italiano: Michele Guaitoli e Alessia Scolletti, che insieme diventano una miscela intrigante, a cui si uniscono la maestria di Marco Pastorino e la sezione ritmica di Luca Negro e Alfonso Mocerino.
Dieci le tracce di Of Jupiter And Moons, ci troviamo di fronte ad un album symphonic metal che rimanda ai Nightwish e ai Whithin Temptation: si parte con The Last Hope In A World Of Hopes (VIDEO LIVE), ambiziosa e supportata dall’orchestra; si passa a Broken Promises nell’insieme talentuosa; ascoltiamo Of Jupiter And Moons dal video bellissimo e dalle sonorità accattivanti; troviamo poco mordente nel brano Everything That I Am; leggera e semplice We Are Free; brillante Alive Again; poi passiamo alla creatività di The Art Of Believing; Way Back Home interpretata magistralmente da Alessia e Michele; chiudono l’album Empires And Men e la mini-suite Daruma’s Eyes (Pt.1).
Dieci brani che dimostrano una band affiatata e ben consolidata, che sicuramente dal vivo ha grosse potenzialità e spessore, un album Of Jupiter And Moons costruito nei minimi dettagli: riff di chitarra coinvolgenti e ben costruiti; buon groove dal basso e dalle tastiere; batteria incalzante e voci importanti e portanti. Complimenti anche alla copertina affascinante e lunare e complimenti ai Temperance per questa “nuova vita”.

Voto 7,5


Of Jupiter And Moons

​1. The Last Hope In a World Of Hopes
2. Broken Promises
3. Of Jupiter And Moons
4. Everything That I Am
5. We Are Free
6. Alive Again
7. The Art Of Believing
8. Way Back Home
9. Empires And Men
10. Daruma’s Eyes (Part 1)

Line Up
Alessia Scolletti: vocals
Michele Guaitoli: vocals & piano
Marco Pastorino: lead guitars & vocals
Luca Negro: bass
Alfonso Mocerino: drums

TEMPERANCE - Live report - 27/04/2018

Foto

TEMPERANCE - Of Jupiter and Moons (Official Video)

TEMPERANCE - Intro - The Last Hope In A World Of Hopes (LIVE) 27/04/2018 - OFFICINE SONORE (VC)

​Link
www.temperanceband.com
www.facebook.com/temperanceofficial

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Recensione - ANGRA - ØMNI

25/4/2018

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ANGRA: il nuovo album ØMNI. 

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Del 16 febbraio è l’ultima fatica degli Angra dal titolo ØMNI. Lavoro curato con dovizia di particolari e che, per certi tratti, risente dell’assenza di Kiko Loureiro, ormai troppo impegnato con i Megadeth e che trova, al suo posto, Marcelo Barbosa.
Undici brani, un concept fantascientifico che parla di uno spazio temporale rappresentato nel 2046, da un sistema d’intelligenza artificiale che comunica tra passato, presente e futuro: metafora della stessa band che oggi è il prodotto di quello che ha attraversato ieri. Una produzione affidata come sempre a Jens Bogren e che consente di riconoscere il suono degli Angra, band ormai consolidata nel panorama mondiale.
ØMNI è “il tutto”, “il tutto” che si fa ascoltare e che coinvolge sin dal primo brano: Light Of Trascendence, superbo, orchestrale e con un Lione perfettamente a suo agio; Travelers Of Time, rispetto all’esordio appena lasciato appare meno affascinante; Black Widow’s Web con le voci di Alissa White-Gluz degli Arch Enemy e di Sandy Chambers in completa sinergia; Insania, di matrice hard rock con inserti progressive, dove il basso di Felipe Andreoli e la batteria di Bruno Valverde concordano alla perfezione; The Bottom Of My Soul, ballad sinfonica; War Horns in cui il tocco di Kiko si sente: eccome! Caveman, brano folk, ma anche jazz e caratterizzato da percussioni tribali difficili da dimenticare; Magic Mirror, sinuosa e accattivante e poi si continua con la dolcissima ballad Always More; il viaggio si conclude con ØMNI - Silence Inside e ØMNI - Infinite Nothing, la prima avvicenda furore e fragilità, crescendi ondosi e seducenti mari in cui perdersi; la seconda è strumentale, ambiziosa e in alcuni tratti poco fluida.
Fabio Lione ha trovato ancor più affinità nella combo brasiliana e in questo album si evince, in effetti tutta la band è ispirata e affiatata: ØMNI è “il tutto” come dice il titolo: prog, power, hard, symphonic, jazz (suoni sulfurei e ancestrali, suoni della terra e suoni dell’infinito).
 ØMNI dove “il tutto” si incontra e prende forma in musica.

Voto 7


ØMNI


​1. Light of Transcendence

2. Travelers of Time
3. Black Widow’s Web
4. Insania
5. The Bottom of My Soul
6. War Horns
7. Caveman
8. Magic Mirror
9. Always More
11. ØMNI – Silence Inside
12. ØMNI – Infinite Nothing

ANGRA - INSANIA (video)

Fabio Lione: voice
Rafael Bittencourt: guitar
Felipe Andreoli: bass
Marcelo Barbosa: guitar
Bruno Valverde: drums

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Recensione - JUDAS PRIEST - Firepower

8/4/2018

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JUDAS PRIEST: il nuovo album FIREPOWER 

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Inauguriamo questa nuova rubrica con una band storica e il loro nuovo album, pubblicato il 9 marzo: i Judas Priest e il loro Firepower.
Diciottesimo album in studio: aggressivo e innovativo, roccioso e imponente, tutti ingredienti che conosciamo insiti nella band e che vengono miscelati in questi 14 brani veramente ispirati e con la voce di Rob in stato di grazia come sempre.
Si inizia con la carica tagliente di Firepower, per continuare con la travolgente e dal potente assalto Lightning Strikes dove la batteria di Scott Travis picchia incessantemente, arriva la stilettata cadenzata e oscura di Evil Never Dies dove Rob Halford non ha eguali, Never The Heroes cupa dove il basso del buon Ian Hill la fa da padrone, Necromancer in caduta libera, l’epica Children of the Sun, Guardians dal sapore classico ma innovativo e Rising from Ruins splendida e imponente, Flame Thrower indiscutibilmente un capolavoro, Spectre puro metal al fulmicotone, Traitors Gate in cui le chitarre si intrecciano e il riffing è da paura, No Surrender più scanzonata e rock, la seducente Lone Wolf e per concludere Sea of Red la perla finale.
Sicuramente un album dove bravura, maestria, tecnica, passione e innovazione sono miscelate al meglio, un lavoro ottimo e comunque fresco, non dimentichiamoci che nel 2019 saranno 50 anni dalla fondazione dei Judas!
Ora però, studiamo e ripassiamo bene i brani così da esser pronti per il live che terranno a Firenze il 17 giugno! Mi raccomando!

Voto 8,5


Firepower

  1. Firepower – 3:27
  2. Lightning Strike – 3:29
  3. Evil Never Dies – 4:23
  4. Never The Heroes – 4:23
  5. Necromancer – 3:33
  6. Children of the Sun – 4:00
  7. Guardians – 1:06
  8. Rising from Ruins – 5:23
  9. Flamethrower – 4:34
  10. Spectre – 4:25
  11. Traitors Gate – 5:43
  12. No Surrender – 2:54
  13. Lone Wolf – 5:09
  14. Sea of Red – 5:51

Ascolta su YouTube

​Rob Halford voce
Richie Faulkner chitarra
Glenn Tipton chitarra-tastiera
Ian Hill basso
Scott Travis batteria

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    a cura di
    ​
    Monica Atzei

    - Music journalism presso Tuttorock
    - Lavora presso Punishment 18 Records
    - Blogger The Bible of Metal
    - Management & Press Office presso Elysium


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    Massimiliano Sanfedino
    - Docente di Tecniche di comunicazione
    ​- Specializzato sul sostegno
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    - Filosofo e Autore per passione
    - Webdesigner
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